le grazie incredibile della grazia

Lo sguardo e la corazza dell’abitudine

Ma sulla corazza inorganica dell’abitudine tutto scivola, ogni spada ha la punta smussata.

L’amica Cristiana Lardo, che sta traducendo Charles Pèguy per le edizioni Studium, mi “regala” questo brano del grande poeta francese da Nota su Cartesio:

C’è qualcosa di peggio che avere un pensiero cattivo. È avere un pensiero bell’e fatto. C’è qualcosa di peggio che avere un’anima cattiva e anche di farsi un’anima cattiva. È avere un’anima bell’e fatta. C’è qualcosa di peggio che avere un’anima anche perversa. È avere un’anima abituata. Si sono visti i giochi incredibili della grazia e le grazie incredibili della grazia penetrare un’anima cattiva e anche un’anima perversa, e si è visto salvare quel che sembrava perso. Ma non si è mai visto bagnare quel che era verniciato, non si è visto attraversare quel che era impermeabile, non si è visto intridere quello che era abituato.  Le cure e i successi e i salvataggi della grazia sono meravigliosi, e si è visto vincere e si è visto salvare quel che era (come) perduto. Ma le peggiori miserie, le peggiori grettezze, le turpitudini e i crimini, anche il peccato, spesso, sono falle dell’armatura dell’uomo, falle della corazza, da dove la grazia può penetrare nella corazza della durezza dell’uomo. Ma sulla corazza inorganica dell’abitudine tutto scivola, ogni spada ha la punta smussata

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