“Ecco il luogo del mondo dove tutto diviene facile” .

Con Giacomo (la parte luminosa nella preghiera dei cieli)

“Nient’altro che una preghiera semplice ”.

Maggio.

“Prega con i tuoi amici”, così Giacomo ha detto a Pina, domenica 15 aprile, nella clinica Pio XI, a Roma, sulla via Aurelia. Pina è commossa, “non ha detto ‘pregate per me, per la mia guarigione’, ha detto prega con i tuoi amici”.

Mi porta, il 26 aprile, a dire una preghiera dove Giacomo è sepolto, camminando. E’ veramente una “cosa dell’altro mondo” la grazia di questo luogo (“la semplicità della Tradizione”). Dentro al romanissimo cimitero del Verano, ma nella torre che appartiene ai cappuccini di San Lorenzo. Nel silenzio degli uomini e degli alberi altissimi, del sole di una bella giornata limpida, Giacomo sacerdote riposa insieme ai padri cappuccini, qui dalla metà dell’Ottocento “Ecco il luogo del mondo dove tutto diviene facile” .

“Siamo rimasti solo in cinque in tutta Roma ad esercitare questo mestiere”, mi dice la signora. Ha un accento straniero del Nord, eppure interpreta un mestiere tipicamente romano. Lo scarpellino. Sta incidendo sul marmo il nome di Giacomo, ora ripassa le lettere del cognome e poi sotto, come per tutti i frati, la data dell’inizio del sacerdozio (Milano  27 giugno 1970) e quella di nascita (Barzio 27 marzo, 1946) e di morte (Roma, 19 aprile 2012). (“Il Cristianesimo: una storia semplice”: Giacomo Tantardini, sacerdote).

Così trovo aperta la cappella dove Giacomo riposa con gli altri Padri Cappuccini, (10 maggio) e quella signora al lavoro sul marmo. Oggi è una bella giornata. (“ La nostra risposta è una preghiera… il pianto. Nell’antica liturgia  vi era la messa per chiedere il dono delle lacrime. Si domanda molto di più con le lacrime che con le parole…   “Ecco il luogo del mondo dove tutto diviene facile” …  facile essere riabbracciati. E piangere di gratitudine”).

Per quelli che gli sono stati vicini fino agli ultimi istanti, quelle lacrime coincidono con una dolorosa mancanza fisica, con il corpo di una grande speranza, un fiore nella neve, l’attesa umile.

“Gli ultimi giorni sono stati molto sofferti,  dormiva su una sedia, per tutta quella tosse. Mai un lamento, mai un grido. Solo la richiesta del silenzio ‘per la mia umile condizione’”.

Come negli ultimi anni e in quello della malattia avevo preso l’abitudine di cenare da alcune famiglie, magari anche senza i mariti. L’abbraccio più umano, le lacrime vere, non soltanto parole. Così Gianni che ha vissuto con lui tutte le ultime ore, le amiche che andavano a pulire la casa o a mettere i fiori. Hanno la loro parte luminosa nella preghiera dei cieli, vicini, proprio accanto, alla sua mensa.

Ce ne han dette tante, o Regina degli Apostoli/ abbiamo perso il gusto dei discorsi / non abbiamo più altari, se non i Vostri / non sappiamo nient’altro che una preghiera semplice. Eppure questa sera devo parlare. Allora vorrei dire semplicemente tre cose che mi sembra siano le cose che la Tradizione della Chiesa, che la semplicità della Tradizione (preghiera semplice richiama la semplicità della Tradizione) che la semplicità della Tradizione cristiana, proprio per il Natale, ridice, ripete ………

Cosa è il peccato originale? Che cosa è l’orgoglio del peccato originale? E’ l’affermazione di sé prima che della realtà…. Non riconoscere gli effetti del peccato originale è questione di non intelligenza, è questione di idealismo……

Rimane (dopo il peccato originale) il cuore dell’uomo. Il cuore che nostro padre e nostra madre ci hanno dato, che Dio attraverso loro ci ha dato, rimane cuore. Cioè il cuore rimane attesa, attesa di incontrare qualcosa…. “Viva mirarti omai /nulla spene m’avanza” ….  L’uomo è lontano da questa domanda e l’uomo si accontenta. Si accontenta. E di cosa si accontenta? Dell’usura, della lussuria, del potere. E non c’è religione che tenga … La credenza di Dio di per sé non cambia la vita … E un’altra cosa che cambia la vita ….

Perché è una storia semplice il cristianesimo? E’ una storia semplice perchè  (usiamo una parola che la Chiesa da duemila anni usa) perché è grazia perché è un avvenimento, quindi una storia di grazia …. E quel Natale, quel primo Natale, quando per la prima volta gli occhi di due ragazzi, di Maria e Giuseppe, hanno visto …. Un’altra cosa che mi stupisce è pensare che Pietro la prima volta che ha intravisto umanamente il Mistero fatto carne è stato guardando il volto di suo fratello. Non aveva mai visto il volto di Andrea così, il volto di suo fratello, così non l’aveva mai visto, perchè la grazia ha un riverbero nell’umano. E’ visibile, la grazia. Ha una sorgente invisibile, ma un riverbero visibile….

Ma allora che cosa è possibile all’uomo?… La nostra risposta è una preghiera. Non è una capacità particolare è solo l’impeto della preghiera. Può essere il pianto del bambino che chiede al papà e alla mamma di volergli bene. Il pianto. Nell’antica liturgia  vi era la messa per chiedere il dono delle lacrime. Si domanda molto di più con le lacrime che con le parole…   “Ecco il luogo del mondo dove tutto diviene facile”. Facile anche il peccato, anche il tradimento, come Pietro. Facile anche la tentazione di correr dietro alla lussuria, all’usura e al potere. Ma facile essere riabbracciati. E piangere di gratitudine. Più facile. La differenza e che chi non ne fa esperienza non sa questa cosa più facile… Più facile, più bella, più semplice”. (Don Giacomo Tantardini, brani tratti da Il Cristianesimo: una storia semplice, incontro tenuto a Bergamo, 15 dicembre 2000, pubblicato da 30giorni)

Trigesimo

Si domanda molto di più con le lacrime, che con le parole.

Nel trigesimo dalla salita al cielo di Don Giacomo, San Lorenzo al Verano era pieno di gente commossa, vicini e lontani. Si festeggiava la venuta dello Spirito Santo e l’ultima apparizione di Gesù agli apostoli che, se ancora non capivano, andavano via gioiosi.

Accade sempre qualcosa: e dentro questo accadere la vita è fragile.

Alla sera si è tenuto un grande concerto del Progetto Burundi nel cuore: la costruzione di una chiesa a Kigamba nell’Africa centrale che diventi riferimento per ragazzi e adulti e poi l’oratorio che verrà intitolato a Don Giacomo. Aveva contribuito, tramite Piccola via, all’avvio del progetto, con grande carità, come viene ricordato durante il concerto.

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