I duroni della rinascita

Atteniamoci ai fatti

E noi cosa dovremmo fare? Adoperare ancora una volta le parole: quelle che l’uso, l’abuso, l’inganno cui le abbiamo sottomesse o cui, quantomeno, abbiamo lasciato che venissero sottomesse, ha reso incerte, ambigue, quando non addirittura inique?

Vengono in mente queste frasi di Testori per il terremoto in Irpinia, dal “Corriere della sera” del 26 novembre 1980, guardando il reportage fotografico di oggi, 1 giugno, sulla “Stampa”, p.10 e 11, dove Michele Brambilla inveisce contro i professionisti del disastro che oltre la terribile parole terremoto, con effetto negativo, ne aggiungono altre quale inferno, mondo spazzato via, intera regione in ginocchio e simili. Conclude Brambilla, rivolto, come Testori trent’anni prima ai giornalisti e alle televisioni “Vogliamo davvero aiutare gli emiliani a ripartire? Atteniamoci ai fatti. Sono già abbastanza gravi che non c’è bisogno di metterci il carico”. Le immagini della pagina precedente racconto, in modo significativo, momenti di questa ripartenza: il negozio di frutta di Rossella Fiorini e i suoi Duroni della Rinascita, la vetreria e “Nozze, negozi, bimbi. Quelli che vivono nonostante il sisma”.

Ascoltiamo ancora Testori:

Poi la notte viene giù fredda, implacabile, dura e rende tutto ancora più tragico. Ecco accendersi i falò, fuochi d’altrettanti bivacchi. E’ come uno sterminato Calvario; … e i crocifissi sono loro; i nostri fratelli di sempre che continuiamo a trasformare nei nostri fratelli di mai. E noi, qui in città, a non lasciarci tentare troppo dalle parole. Sarebbe meglio, se il dovere è proprio quello di restare dove siamo, inginocchiarci, chiedere perdono a Cristo per non aver fatto nulla affinché questi disastri, ove pur sia fatale che accadano, risultino meno atroci, e in qualche modo contenibili; e insieme a Cristo, chiedere perdono a loro; i fratelli e le sorelle morti; i fratelli e le sorelle che, ora, dovranno vivere trascorrendo i loro anni nello strazio dei cari scomparsi d’un sol colpo, nella memoria di case e paesi che, quali furono, non li avranno mai più, e nelle durissime fatiche che li aspettano.

One Comment

  • Eleonora wrote:

    Grazie di farci fare memoria di Testori e di altri disastri che ci resero muti e ancora ci rendono tali, di fronte ai nuovi!
    Il mutismo alllora diventa buono! È accoglienza e preghiera e desiderio che il Mistero entri!
    Eleonora

Leave a Reply

Your email is never shared.Required fields are marked *