Moltissimi le esperienze di laboratori di scrittura, anche in situazioni umanamente terribili

Racconti dal carcere

“Ho studiato il modo per paragonare la prigione in cui vivo al mondo” (Shakespeare, Riccardo II, atto V, scena V).

Il carcere è in sostanza limitazione di spazio compensata da eccesso di tempo: per un detenuto queste due caratteristiche sono palpabili. Non c’è da sorprendersi se tale rapporto – che riecheggia la situazione dell’uomo nell’universo – ha reso la carcerazione metafora integrale della metafisica cristiana come anche quasi la levatrice della letteratura. Per quanto riguarda la letteratura ciò è logico, in un certo senso, dato che essa è in primo luogo una traduzione delle verità metafisiche in un determinato linguaggio” (Josif Brodskij, introduzione a Scrittori dal carcere, Feltrinelli).

Togliendomi i mari, la corsa, il volo /  e dando al piede l’appoggio di una terra coatta, // che cosa avete ottenuto?? Bel calcolo: / non potevate amputarmi le labbra che si muovono” (Osip Mandelštam)

Colombe

Fuori colombe si posano ovunque / è chiaro /da loro tubare d’amore e piacere / è chiaro / dal frullare d’ali / ali come ventagli sul sonno del prigioniero / è chiaro che fuori / colombe si posano ovunque // La notte è giorno oltre le sbarre / qui il giorno è notte (Reza Baraheni, Irani, 1973)

Anche ad una breve e superficiale ricerca bibliografica sulla letteratura nelle carcere come metodo educativo si scoprono attività di grande rilievo, ben rilevati da titoli ad effetto, poetici che valorizzano il paradosso libertà della scrittura e detenzione, con particolare riguardo alle attività teatrali, capaci di richiamare anche la grande utilità del movimento fisico e della parola recitata a voce alta.. Si riporta qualche titolo emblematico, per chi volesse avviare uno studio dai risvolti umanamente gratificanti. Cominciamo con l’attività teatrale, segnalando. Alla periferia del cielo, percorsi umani e teatrali nel carcere di Arezzo, Titivillus, Corazzano, Pisa, 2007, e sempre dello stesso editore, specializzato nella pubblicazione di opere sul teatro contemporaneo, l’importante volume riepilogativo, con una bellissimo apparato iconografico, A scene chiuse. Esperienze e immagini del teatro in carcere, del 2008, a cura di Andrea Mancini, con scritti di personalità varie del teatro, quali Judith Malina dello storico gruppo del Living Theatre, il regista Armando Punzo, un altro personaggio storico delle avanguardie italiane, Gulia Scabia, lo storico del teatro Ferdinando Taviani e altri. Tra gli altri testi quello a cura di Ranzani, La soglia: vita, carcere, teatro, Savigliano, Gribaudo, 2004; Giovanni Lamberto, Teatro in carcere, La stagione dell’amore, Livorno, Everetti, 1995. E più specificamente dedicati ai minori: Flavio Maracchia, Questi anni e stato solo guai: un laboratorio con i ragazzi del carcere minorili si Casal del marmo a Roma, Cantalupa, Efftatà, 2009; Alla luce delle prove. Il teatro nel carcere minorile di Bologna, Bologna, Bonomia università press, 2009, con un suggestivo quanto drammatico teportage fotografico;  Recito, dunque sogno. Teatro in carcere 2009, Urbino, Edizione Nuova Catarsi, a cura di Emilio Pozzi e Vito Minoia

Un suggestivo incrocio tra arte e detenzione in Tutto quello che rimane. Il racconto dell’esperienza teatrale in carcere a Padova, Pierangelo Allegro, Eldonejo, 1995 e in Caravaggio in galera. Conversazioni sull’arte nel carcere di San Vittore, Milano, Arpanel, 2010. Di carattere più spiccatamente pedagogico: L’eco del silenzio, piccole storie nate in carcere, Gruppo Abele, Torino1997, a cura di Marco Rumi e Gabriella della Torre; Spiragli: poesie e lettere dal carcere, Salerno, Rispostes, 2000; Scommessa dal carcere. La sfida dei percorsi educativi, Roma, Aracne, 2008, a cura di Maria Grazia Casadei; Educatori in carcere, a cura di Girgio Concato, Milano,  Unicopli, 2007; Fede, storie e speranze nel carcere di Orvieto, Caritas Diocesi Todi-Orvieto, Tipografia tuderte, 2005, Benigni Elisabetta, Il carcere come spazio letterario: ricognizioni sul genere dell’Adab al segun nell’Egitto tra Nassar e Sadat, Nuova Cultura, 2009;

Tra le antologie più generiche, tra prosa e poesia di detenuti; Voglia di vivere, poesie dal carcere, a cura di Francesco Amenti, San Severo Comografica Dotoli, 1989; Dal disagio alla poesia, voci dal carcere, a cura di Edda Ardimanni, Florence art stampa, 2003;  Cielo e luce lungamente aspetto: poesie e parole dal carcere, Venezia Supernova, 2004; Le loro prigioni, scritture dal carcere, Verona, Grafiche Fiorini, 2007, a cura di Anna Maria Babbi e Tobia Zanon.

Di più ampio respiro, dedicandosi alla letteratura nata in carcere da parte di scrittori affermati sulla scena internazionale, Scrittori dal carcere, antologia Pen, Milano, Feltrinelli, a cura di Siobhan Dowd, con l’introduzione di Josif Brodskij 1998,  Scritti galeotti, Letterati in carcere a cura di Daria Galateria, Eri, 2000, poi ripubblicato da Sellerio, con molto modifiche nel volume..

Di altri laboratori a Rebibbia, in particolare dal 2004 al 2005, curati da Luciana Scarcia, possediamo la documentazione preziosa di due volumi, il primo sul tema dell’attesa: L’attesa, racconti dal carcere, a cura di Luciana Scarcia, Roma, Herald, 2004, il secondo sul tema del viaggio, Carcere e viaggio: alfabeto e racconti di chi non può viaggiare, a cura di Luciana Scarcia, Acireale Bonanno, 2006. La curatrice è una insegnante che dal 2002 svolge la sua attività nel carcere di Rebibbia. Ha scritto numerosi articoli e saggi, tra cui ricordiamo Un mestiere contro il fato nel volume miscellaneo dell’Einaudi, La mia scuola.

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