Il caporale Zandonà, ventun’anni nemmeno compiuti.

Bambini d’Afghanistan, “vorresti accarezzarli. E invece devi temerli”.

Traian ha scaricato da internet tutti gli articoli sull’attentato, non molti in verità , e concentrati nei primi tre giorni successivi, perché poi la notizia era sparita. Della missione si parlava solo quando moriva qualcuno – se c’è sangue c’è notizia, dice la regola aurea del giornalismo – e siccome un mese dopo era morto un altro soldato, l’attentato precedente non interessava più.

Un romanzo, se è bello e intenso, vero, come Limbo di Melania Mazzucco, può ridestare questo interesse, un moto di rabbia, di ribellione, porre domande sulla situazione di quei Paesi e sull’apporto (in teoria di pace e solidarietà) dei nostri soldati, sotto tanti punti di vista, umano e sociale. Ecco qualche brano (altri nei prossimi post) della storia, “inventata”, di Manuela Paris (“la verisimiglianza mi interessava più della filologia, la possibilità più della cronaca” scrive Mazzucco”) sfuggita ad un attentato (una ragazzino di dodici anni si fa saltare in aria alla inaugurazione di una scuola femminile voluta dagli “italiani”) dove sono morti tre soldati della pattuglia che la ragazza comandava:

Nella Prima Guerra Mondiale, le vittime civili sono state il cinque per cento del totale, nella Seconda Guerra mondiale il cinquanta, nelle guerre dell’ultima parte del Novecento l’Ottanta. Nelle guerre di oggi è impossibile distinguere i combattenti dai non combattenti. La stessa persona, a seconda delle convenienze o della stagione, può essere l’uno ol’altro. Gli insorti non hanno la divisa. Si vestono come tutti. Anche le donne. A volte mandano avanti i bambini.  Ci sono bambini dappertutto … non hanno niente, sono i più poveri della terra, davvero gli ultimi degli ultimi, e tu vorresti accarezzarli, dargli il cinque. E invece deve temerli.

Ma io ero venuta fino in Afghanistan … per fare qualcosa per quella gente. E’ dovere delle nazioni progredite aiutare i popoli più sfortunati. Possibile che non lo capissero? Eppure, solo nel mese di marzo, esplosero settecentoventuno ordigni improvvisati. Fra soldati americani e dei vari contingenti morirono in ventotto. Quasi uno al giorno.

(Manuela ricorda la scena dell’attentato e sviene subito dopo): Il caporale Zandonà, ventun’anni nemmeno compiuti. Per un attimo, come un bagliore allucinato, nello specchio del camerino il rosso del vestito diventa il sangue di Lorenzo che le cola sul viso. Ce l’ha sopra – e dentro. La violenza dell’esplosione glielo ha scagliato addosso. Carne nella carne. …  Manuela – balbetta terrorizzato – Manuela, mi sono fatto male? Sviene afflosciandosi sulle ginocchia…

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