Scambiate la menzogna per verità e la deformità per bellezza

La scommessa

E io disprezzo i vostri libri, disprezzo tutti i beati mondi e la saggezza, Tutto è inconsistente, effimero, diafano e illusorio come un miraggio. Siate pure orgogliosi, saggi e stupendi, ma la morte vi spazzerà dalla faccia della terra allo stesso modo dei topi del sottosuolo, e la vostra progenie, la storia e l’immortalità dei vostri geni geleranno o bruceranno assieme al globo terrestre.
Voi avete perso la ragione e non seguite la giusta via. Scambiate la menzogna per la verità e la deformità per la bellezza…. ..”


Così nella lettera di un avvocato che per scelta, in seguito ad una scommessa, si fa rinchiudere in una stanza per quindici anni, volendo dimostrare che è più disumana la pena capitale rispetto ad una detenzione, anche lunghissima. Trascorrono gli anni e l’avvocato comincia a leggere, a divorare, libri. Ne ottiene però non un sollievo alla prigionia, ma un violento “disprezzo” per il sapere che porta, di fatto, al nichilismo. La cifra scommessa è altissima, ma l’ormai quarantenne avvocato, coerente con il suo assunto, esce dalla prigione volontaria cinque ore prima del pattuito, perdendo la scommessa e consegnando ad una lettera le riflessioni maturate in quindici anni di letture dei grandi testi delle scienze, della filosofia, della letteratura degli uomini di quella società. Ha perso, non ritira i suoi soldi, fa perdere le proprie tracce. Lo racconta Anton Ĉechov, in La scommessa, dai Racconti, uno dei libri più belli della letteratura mondiale:

Voi avete perso la ragione e non avete seguito la giusta via. Scambiate la menzogna per verità e la deformità per bellezza. Vi stupireste se in seguito a qualche particolare circostanza, sui meli e sugli aranci all’improvviso crescessero rane e lucertole invece che frutti, oppure se le rose emanassero odore di cavalli sudati; così io mi stupisco di voi che avete barattato il cielo con la terra. Io non voglio capirvi. Per dimostrare con i fatti il disprezzo che ho per voi, per quello di cui vivete, rinuncio ai due milioni che un tempo sognavo come si sogna il paradiso e che ora disprezzo. Per privarmi del diritto a essi, uscirò di qui cinque ore prima del termine concordato e in tal modo violerò l’accordo.

.

No Comments

Leave a Reply

Your email is never shared.Required fields are marked *