E se osassimo sognare?

–Bernard-Henry Lèvy

Deve essere un nuovo inizio

“Deve essere un nuovo inizio”, grida il ragazzo salito sul palco davanti ad una folla immensa. Siamo in Belgio, nella piazza senza politici che marcia contro il palazzo. Tunisi, l’Albania e ora l’Egitto, dove i giovani, secondo lo scrittore Al Aswany, stanno costruendo “una nuova primavera”. Il rischio della violenza, della strumentalizzazione e del fanatismo è dietro l’angolo, che all’inizio primaverile segua il duro inverno del cinismo e della logica del potere. Lo comprende bene Bernard-Henry Lèvy, il filosofo francese, in un articolo del 2 febbraio sul “Corriere della sera”. Ma “osa” (che bello questo verbo che ci chiama in causa!) indicare una speranza nel volto dei ragazzi egiziani: che si possa saltare (si riferisce alla Rivoluzione francese), per una volta, la fase del terrore:

La bellezza dell’insurrezione; la sua dignità; la catena umana, per esempio che si è spontaneamente organizzata per proteggere il museo del Cairo dall’intrusione dei vandali….  E se osassimo sognare, in questo mondo come negli altri, rivoluzioni che saltassero le loro funeste tappe (del terrore) per andare dritte ad un Termidoro felice? (aspirazione, nel momento in cui scrivo, delle forze vive della rivoluzione in atto in Egitto)? E’ un’ipotesi. Che però ha il merito di dire perchè ci si batte e contro chi.

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