fu in quel momento che divenni poeta

Elio Fiore, poeta, ha assistito nel Ghetto di Roma, bambino di otto anni, alla deportazione di 2091 ebrei compiuto dai nazisti il 16 ottobre del 1943

Nato a Roma il dodici luglio del 1935 e scomparso, sempre nella capitale nel 2002, è rimasto sotto le macerie nel bombardamento di Roma del 19 luglio:

Da Nell’estate mio padre

Poi, d’improvviso un mattino
del 19 luglio ’43 tutto scomparve,
e rimasi per dieci ore sotto le macerie,
abbracciato a mia madre. Non lo sapevo
ma ascoltando il suo eterno grido,
fu in quel momento che divenni poeta.

In purissimo azzurro

Ora è notte. Oltre la finestra a croce,
in purissimo azzurro,
oltre un fantastico candido lenzuolo, teso
ai fili eterni della Storia implacabile,
scorgo, ed è silenzio, ferma la stella
e le mura incrollabili di Gerusalemme d’oro.

Io non so come

Io non so come,
la notte è lunga
e il tempo un mostro,
ma so che verrà l’alba
e la vita degna
sarà in ogni uomo,
e la terra non tremerà più
e la stella di Betlemme
ricorderà per sempre che Cristo
è Veramente nato
per tutti gli uomini.

Io non so come,
la guerra è sulla terra
e il male sconvolge la Creazione,
ma so che verrà l’alba
e ogni uomo avrà il suo pane
e ogni uomo sulla spiaggia
riconoscerà Cristo che mangia
pesce e parla con lui.

Io non so come,
anche quest’anno è stato orrendo
di massacri e di morti,
ma so che verrà l’alba
eterna, la luce che attende
ogni creatura, fatta a immagine
di Dio, canto dell’universo.

Io non so come,
la notte è lunga

e il tempo un mostro,
ma so che verrà l’alba.

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