Uno dei punti di ribellione e/o di amore grande per Testori consiste nel mistero di cui oggi si ricorda il definito accoglimento come dogma. Sarà, nei Tre Lai, la Mater strangosciàs, in modo tutto testoriano, a comporre il dissidio, a perdonare l’urlo del potere rappresentato da Erodiade, che non accetta la meraviglia, il cambiamento, la buona novella. Nel monologo Erodiade si rivolge alla testa di Giovanni, decapitata per suo volere, ma non domata.

Erodiade e l’Immacolata concezione.

Ecco la turpitudine , l’oscenità della tua religione cominciava da questo connubio tra l’idea di grandezza, della potenza e dell’eterno, con le misere cosce e il misero ventre di una donna, coi lenzuoli bagnati d’umori e di sangue per un parto che non può essere stato diverso da tutti gli altri che l’han preceduto e che lo seguiranno. La madre del tuo Cristo, di questo tuo amante che non m’ha assalita, come vedi, ecco, quella madre, s’è divincolata nel suo letto, ha gridato di dolore, ha gioito di fierezza, generando al mondo quest’altra pagliacciata nefanda, né più né meno di come ha fatto la mia per generare me, o la tua per generare, chissà in che misera stanza, o in che sporco tugurio, te.

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