Non credere siano moriture le parole ch’io, nato sulle rive dell’Aufido muggente fin lungi, riservandole di unirle a un suono di corde pronuncio in un arte non ancora popolare.
Se anche Omero di Meonia occupa il primo posto, non per questo scompaiono le Muse di Pindaro e di Simonide di Ceo né quelle fiere di Alceo e le severe di Stesicoro, né il tempo ha distrutto quel po’ che un giorno Anacreonte compose giocosamente. Spira ancora l’amore della fanciulla eolia e quelle fiamme vivono affidate alla sua lira.
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