Veramente l’università (vedi post precedente) è luogo di incontri ed esperienze. Questo è Massimo Rosati.

A Massimo

Giunge la tristissima notizia di un collega dell’Università Tor Vergata, Massimo Rosati, morto improvvisamente a poco più di quarant’anni. Sociologo, storico e studioso delle religioni, persona buona, fattiva, intelligente. Ecco il messaggio del Rettore Novelli:

Sono profondamente colpito dalla repentina prematura scomparsa del Collega Massimo Rosati, professore di Sociologia generale nel Dipartimento di Scienze storiche, filosofiche – sociali, dei Beni culturali e del territorio.

Fin dall’inizio della sua attività scientifica e didattica a Tor Vergata, Massimo Rosati si è distinto per iniziative di alta qualità come il Centro Studi e Documentazione “Religioni e Istituzioni politiche nella società postsecolare” (CSPS ), che lo ha visto tra i fondatori e, da subito, Direttore e prestigioso animatore.

È stato anche per questo che il suo Dipartimento, unanime, lo aveva appena proposto come nuovo Presidente del Centro Romano di Studi sull’Ebraismo (CERSE), che è tra le realtà più qualificate del nostro Ateneo.

Sono affettuosamente vicino alla Famiglia e solidale col cordoglio dei Colleghi del suo Dipartimento e dell’Area Umanistica.

Giuseppe Novelli

Tanti anni fa, una ragazzo napoletano Giovanni Marco Calzone, (nato nel mio stesso anno, 1962) amico di Don Giacomo, morto giovanissimo per un incidente stradale nel 1988, aveva scritto: “Se possiamo ingannarci credendo che abbiamo bisogno ora di qualcosa che oggettivamente è illusorio, non possiamo ingannarci, però, circa il nostro desiderio di vita che è turbato dalla morte. Qui è chiaro, solo Dio è il risolutore”.
L’Omelia di Don Giacomo al funerale di Giovanni (commentava questa frase) è sconvolgente (“possiamo anche in questo momento dire grazie al Signore”). Può rispondere alla bruciante questione posta da un collega?: questa morte è ingiusta.

Quando un dolore così grande attraversa la nostra vita, questa chiarezza è tutto, è chiaro: solo Dio, solo il Mistero, solo qualcosa di grande che non conosciamo, solo il Mistero può essere risposta a questo desiderio, turbato dalla morte….. A questa chiarezza, però, che è la chiarezza per esempio di quando Gesù incontrava qualcuno che magari era ferito da un dolore così grande come quando incontra quella madre che portava il figlio al cimitero e le dice ‘non piangere’, ecco questa chiarezza è di ogni uomo che quando di fronte al dolore uno dice ‘non piangere’ questa chiarezza è come se fosse evidente. Ma Giovanni Calzone però questa chiarezza l’ha vista, l’ha vista in un incontro, è un incontro che rende chiara, che rende luminosa questa chiarezza, è un incontro che rivela all’uomo che solo Dio è risposta al cuore. E glielo rivela perché gli offre questa risposta … gliela comunica come il Vangelo di Zaccheo. Quando Gesù ha alzato lo sguardo e ha detto “Zaccheo vengo a casa tua”, quell’istante, quello sguardo, quella parola ha comunicato a quell’uomo tutto ciò che il suo cuore attendeva

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