Incipit e università

Gli studenti promuovono i loro professori. Anche ai convegni?

A sorpresa i professori piacciono agli studenti, vedi post precedente con questo titolo. Ai convegni un poco retorici, nei quali si legge un testo dattiloscritto, dall’inizio alla fine, senza che mai la voce riveli un minimo di passione, ci amano sicuramente di meno. Bastava ascoltare i commenti degli studenti più intelligenti, nei corridoi durante la pausa del congresso romano per le celebrazioni dell’Unità d’Italia per rendersene conto. Eppure, anche nella realtà accademica più “logora” e noiosa «può accadere di vedere passare la bellezza», la commozione. Ho sorpreso per ben due volte le lacrime, tra gioia e sofferenza, nella stessa giornata, nel luogo a volte più “logorato” dalla noia della ripetizione e dal formalismo: le commissioni di laurea. Ho provato a raccontarlo all’amico Andrea Gareffi. (Andreina è Andreina Ricci, archeologa e docente di Archeologia all’Università di Roma Tor Vergata. Guido è Guido Zingari, tra i massimi studiosi del pensiero filosofico contemporaneo, scomparso il 6 aprile 2009 all’Aquila, nel terremoto d’Abruzzo. Anche Paola, sua moglie, restò gravemente ferita. Con grande tenacia, ristabilitasi, si è appunto laureata con pieni voti e la lode in Lettere il 29 ottobre 2010).

Devo allora, ancora una volta ringraziare, caro Andrea:  Andreina  per le sue lacrime scoppiate all’improvviso, proprio nel momento solenne in cui doveva proclamare il voto con lode per quella sua allieva, in un attimo abissale di bellezza e dolore, di umanità e di sincerità, contro la stessa brutta malattia che l’aveva colpita e che, con quel trasporto, con quei sentimenti forti, aveva saputo vincere, accompagnando nel cammino la sua fragile e intelligentissima studentessa, troppe volte bloccata da un terrore psicologico per gli esami, originato da diversi, continui e gravi problemi familiari. E ringraziare Paola, per quelle lacrime a stento trattenute mentre discuteva la sua tesi su Sibilla Aleramo, dedicata al nostro caro Guido, ora nei cieli.

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