Incipit

Siamo convinti che Testori avrebbe scritto un corsivo sul Corriere della sera su questo episodio, o magari lo avrebbe “narrato” in prosa o in teatro.
Dal “Corriere della Sera”, 7 dicembre 2010, articolo di Fabrizio Caccia sui sette ciclisti investi e uccisi a Lamezia Terme:

C’è una donna che tutta l’Italia dovrebbe conoscere. E ringraziare per l’esempio di civiltà, amore, e sovraumana testimonianza che ha scelto di dare. Si chiama Teresina Natalizio, è la vedova di Fortunato Berardi, il Professore, l’insegnante di Educazione Fisica della scuola media Nicotera falciato sulla statale 18 insieme ai suoi amici del Cicloclub di Lamezia. […] Teresina è distesa sul letto, nella cameretta matrimoniale della casa di via Cimabue, schiantata dal dolore ma con uno sguardo terso, luminoso, è anche lei come il marito un’insegnante di ginnastica e ha la cattedra a Gizzeria, il comune del lametino con la più alta presenza di immigrati, quasi tutti marocchini come Chafik, il ragazzo imprudente con tracce di cannabis in corpo che ha causato la strage dei ciclisti […] Ma io lo perdono, sussurra inaspettatamente Teresina, nel cuore del pomeriggio a don Pietro Folino Gallo […] «Sì lo perdono, perché anche mio marito lo avrebbe fatto, se fosse stato vivo, io lo so, avrebbe fatto la stessa cosa. Perché sapete, per tutta la vita, noi siamo stati educatori e prima ai nostri figli e poi a tutti gli alunni delle scuole abbiamo sempre e solo insegnato la legalità, la giustizia, la non violenza. Se fosse stato vivo, Fortunato direbbe lui stesso ai suoi ragazzi: adesso calma, non cercate vendetta, non seminate odio e discordia […] io in classe ho tanti bambini marocchini, tanti bambini che spero presto di rivedere e di poter riabbracciare. Ecco voglio dir loro che il mio bene non è mutato e che tornerò in classe senza rancore e con una voglia intatta di dialogare ancora.