è come se il mistero di Dio cominciasse a ricomporsi in un sorriso verso di lui

Giussani e Testori, il senso della nascita.

Tenerezza, non tenerume. Ho ascoltato spesso in circostanze pubbliche don Giussani (scomparso il 22 febbraio del 2005), ma l’ho incontrato personalmente una sola volta. Ho pianto per tutto il viaggio di ritorno da Milano a Roma. Lacrime di fragilità, di inadeguatezza, di orgoglio stanato, di commozione. Comunque dal cuore (così spesso indifferente a tutto). Aveva aperto quell’abisso di tenerezza, con un gesto umile e semplicissimo, indicando una casa, dei volti, degli amici (Giacomo, Giorgio, Gianpaolo), ”perché il problema non è che l’uomo sia impeccabile, ma che sia vero”. Con gratitudine, riprendo questa frase dal bellissimo colloquio tra il sacerdote Luigi Giussani e Giovanni Testori, Il senso della nascita, di una attualità e di una commozione, parola dopo parola, sorprendente:

Perché il problema non è che l’uomo sia impeccabile, ma che sia vero; che incominci a porsi, a collocarsi nel suo punto di realtà e di verità. Allora è come se l’ultimo dei giorni, è come se l’estremo delle cose, è come se il mistero di Dio cominciasse a ricomporsi in un sorriso verso di lui, in un atteggiamento rigenerante e accogliente verso di lui; e come se incominciasse a farlo vincere (don Luigi Giussani).

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