Alle vacanze organizzate a Valles (Bressanone) dall’Istituto San Gabriele di Roma e dal suo direttore don Maurizio Ventura, si presenta domani sera un prosimetrum di Rocco Auciello (non so ancora il titolo) con prose varie e poesie dedicate agli insegnanti e agli amici di quella “compagnia”. Tipico di Rocco donare, in tutto e a tutti, riassumendo l’amicizia in questi fogliettini sparsi ovunque. Incredibile sapere a poco a poco quante persone ne conservano, nelle più svariate forme. Un piccolo appunto dalla mia introduzione

In viaggio, per Rocco

«Per sempre che è già ora»: un anello nuziale, nella prima poesia della raccolta, salda l’amore, nella dimensione del tempo rovesciato. Le ripetizioni, nel verso libero, nelle piene concatenazione ritmiche, si saldano con una capacità rara nell’uso dell’analogia, nel disegnare il ritratto della persona che ha davanti, a cui la lirica è dedicata, quasi un disegno all’impronta degli artisti di strada, di Piazza Navona o di Montparnasse.

Poesie d’occasione: ovvero dettate da un incontro, nelle vacanze del San Gabriele o con don Giacomo, nello spazio più dilatato di una convivenza o nella fatica quotidiana del lavoro. L’occasione propizia, quella di trovarsi proprio lì, in un momento del tempo, reso istante prezioso di memoria di quello che si è dalla poesia di Rocco.

E’ l’estate del
Tempo, il tempo
Dell’estate, giovane, colorata,
nobile, leggiadramente di letture
e dipinti.

E ancora:

Belli
I chiostri che non devono
Chiedere il perdono del Tempo.

Con il tempo, anche lo spazio è liberato, da quell’imprevisto di montaliana memoria che è il contenuto della più lunga poesia intitolata semplicemente Il viaggio, e di quella, più breve, per Stefano ed Elisa, da cui riporto i versi finali:

Il viaggio è lungo,
ma gli alberi sono festosi, lieti,
con frutti colorati.
E allora il cammino è leggero,
cordialmente benefico,
allegro,
come voi.

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