Nonostante l’incertezza sul mio futuro, infatti, continuo comunque a studiare (al fine) di conseguire una laurea in carcere, contro ogni pronostico e ogni tipo di statistica, riesco a superare esami che mai in vita mia avrei solo pensato di sostenere, a discutere di autori e di argomenti a me sconosciuti, ma soprattutto è maturata in me l’idea che posso essere altro e non il solito delinquente.
Credo che come per il discorso sulla criminalità organizzata, anche quello sulla cultura e la legalità debba essere un processo lungo e lento che ha bisogno depositarsi e crescere dentro, ma soprattutto sarebbe importante riuscire a prendere coscienza di se stessi, del fatto che si può scegliere, che ci sono infinite possibilità, benché limitate per me, oltre il carcere, e che comunque vada a finire in fondo una laurea non può che farmi bene. In conclusione vorrei citare Kierkegaard che diceva “ciò che veramente mi manca è di capire chiaramente me stesso, quello che devo fare, non quello che devo conoscere… trovare una verità che è verità per me, trovare l’idea per la quale devo vivere e morire”
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