…. aveva tagliato a guisa di pagine di libro i fogli di carta igienica. Era una carta giallina, ruvida.
disegno di FRANCESCO CHIACCHIO dedicato a Silvano Ceccherini
Col lapis doveva premere forte. Scriveva con lentezza, scegliendo con meticolosa cura le parole, ma raramente consultando il dizionario. Come tutti gli scrittori che hanno un contenuto da comunicare, egli non si lasciava distrarre dalla belluria di parole. Pertanto non aveva preoccupazioni di “stile”, ma si preoccupava di continuo, enormemente, di essere sincero, di non accontentarsi mai di una espressione approssimativa.
Scriveva ancora quando spuntò l’alba.
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