La frase del titolo del post è di Gianni Celati, il resto appartiene a Palomar di Italo Calvino, ultimo paragrafo: il desiderio di esser morto, per guardare la realtà senza ansia, così come avviene. Eppure pare risorgere, tra le righe, un desiderio, il palpito del cuore. Come l’Ulisse si Pavese: tu dimentichi qualcosa “quello che cerco l’ho nel cuore”…… (Cfr i post precedenti dal 12 novembre)

Ogni fenomeno è in sé sereno

Batte l’onda sullo scoglio e scava la roccia, un’altra onda sopravviene, un’altra, un’altra ancora; che lui (Palomar) ci sia o non ci sia , tutto continua ad avvenire. Il sollievo d’essere morto dovrebbe essere questo: eliminare quella macchia d’inquietudine che è la nostra presenza, la sola cosa che conta è l’estendersi e il succedersi delle cose sotto il sole, nella loro serenità impassibile

(Palomar, Italo Calvino, capitolo finale

Come imparare a essere morto

)

No Comments

Leave a Reply

Your email is never shared.Required fields are marked *