Dall’introduzione di Hemingway ad uno dei suoi romanzi più noti, Addio alle armi, ambientato sul fronte italiano, attorno a Gorizia, durante la I Guerra Mondiale.

Il continuo, prepotente, criminale, sporco delitto che è la guerra

Il titolo del libro è Addio alle armi e eccettuati tre anni da quando è stato scritto c’è stata quasi continuamente una guerra di qualche genere.

C’era qualcuno che diceva sempre, perché questo tale è ossessionato dalla guerra, e ora dal 1933 forse è chiaro perché uno scrittore debba interessarsi al continuo, prepotente, criminale, sporco delitto che è la guerra. Siccome di guerre ne ho viste tante, sono certo di avere pregiudizi, e spero di avere molti pregiudizi. Ma è persuasione ponderata dello scrittore che le guerre sono combattute dalle più bella gente che c’è, o diciamo pure soltanto dalla gente, per quanto, quanto più si avvicina a dove si combatte e tanto più bella la gente che si incontra; ma sono fatte e provocate e iniziate da precise rivalità economiche e da maiali che sorgono a profittarne.

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