San Tommaso, sotto brevitate, racconta la vita di Francesco, nell’XI del Paradiso di Dante. Versi che raccontano l’inizio della Storia cristiana che piacevano a don Giacomo, con quella immagine della corsa che ricorda anche la conferma di quell’inizio Giovanni più veloce di Pietro verso la Resurrezione.

Corse e, correndo, li parve esser tardo

La lor concordia e i loro lieti sembianti,
amore e meraviglia e dolce sguardo
facieno esser cagione di pensier santi;

tanto che ‘l venerabile Bernardo
si scalzò prima, e dietro a tanta pace
corse e, correndo, li parve esser tardo
(Par, XI, 76-81)

Cristo e gli apostoli, Francesco e i suoi primi amici: una esperienza che Dante ci comunica nel momento in cui anch’egli la sta sperimentando (o per lo meno, figuralmente, presentando) con Beatrice, nei versi 10-12, lasciando alle spalle le cure meschine che dividono l’anima

quando, da tutte queste cose sciolto,
con Beatrice m’era suso in cielo
cotanto gloriosamente accolto

Così, nota Onorati, una commozione particolare accompagna Dante nell’entrare nei luoghi del santo, in quella particolare geografia devozionale caratterizzante il paesaggio italiano descritto nel Purgatorio e nel Paradiso, la tenuta lirica è data dalle simbologie, «dai transfert di persone e significati di eco evangelica (la sposa, cioè la povertà; lo sposo, cioè il Poverello d’Assisi dietro cui si scalzano i primi seguaci, tanto madonna Povertà piace)».

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