Fabrizio Sanna, amico di classe del Liceo Augusto. Salito al cielo, a soli 53 anni, dopo una lotta dura e allegra con la malattia.
Una folla di amici al funerale. Momenti di Grazia toccante, nella predica di Don Donato (commosso più di tutti) e nello sguardo tenero della moglie Danika.

A Fabrizio

Nel frattempo è venuto a mancare un compagno di classe, eravamo un terzetto guidato da un prof di religione, don Donato, non per nulla sciatore e guida alpina, valdostano.
Così ho incontrato quella lunga onda che, in qualche modo spumeggia attuale, con mio figlio che frequenta il primo liceo e che ha oggi la mia stessa età di quando ho conosciuto Donato e gli altri compagni.
Da tempo Fabrizio lottava con la malattia.
Sono andato a trovarlo poco e non ho saputo che si era aggravato se non l’ultimo giorno, l’ultimo minuto, domenica 20 settembre. Sono arrivato al Policlinico alle 20 solo per sentir dire dalla moglie e dagli amici (tanti e inaspettati, dal presente e dal passato, credenti e non credenti, che hanno avuto il dono di stargli vicino sempre, con amore) che era salito in cielo.

Solo i piccoli (di loro è il regno dei cieli) posso invocarlo così, ha detto don Donato alla predica del funerale, oggi a Roma, chiesa della Navicella. Non riusciva quasi a parlare dalla commozione, aveva perso uno degli allievi più cari, il più fanfarone e tenero, romantico e paradossale, e sempre presente, quando ti serviva aiuto. Con una allegria trascinante, contagiosa e il gusto innato della narrazione.
Da ragazzo, per attrattiva è andato dietro, come in montagna e ancora ora, nella malattia, per l’identica attrattiva ha testimoniato, nel dolore, la forza,la luce, perché essere piccoli per il Vangelo non è questione di età ma di cuore, di una presenza che ti viene incontro, ha detto ancora Donato (e ho visto i compagni di classe commuoversi,magari non credendo a Dio, alla Resurrezione, ma convinti, in quel momento, avvinti, della verità di quella persona che parlava, del corpo, della testimonianza di Fabrizio).

E’ bastato lo sguardo e le parole di Donato, l’abbraccio di Danika per sapere, come per Matteo, di essere stato perdonato di tanta lontananza e indifferenza cinica durante la malattia di Fabrizio. La Misericordia è un miracolo inaspettato che spacca il cuore,anche il più duro. Fosse solo per un attimo.

Grazie Fabrizio di esserci, di essere come sei. Per aver guardato in faccia la morte (e il sorriso della Resurrezione).

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