So che da Pasolini ho ricevuto un nuovo modo di approccio ai poveri, considerandoli non tanto oggetto di carità, ma più evangelicamente presenza di Cristo. L’amicizia con Pasolini e gli scontri che abbiamo avuto, mi hanno portato a cercare l’assoluto nell’assolutamente degradato. Così, nei 13 anni passati in Africa quale medico nei villaggi più poveri dell’Africa equatoriale, ho scoperto che i poveri sono il nascondiglio di Dio.
Per lui il sacro era la ricerca affannosa di uno che si credeva ateo, e al tempo stesso il rimpianto accorato della vera fede praticata da bambino. Il sacro era per lui al di fuori della portata dell’uomo, il totalmente altro, l’intangibile, l’ irraggiungibile. Eppure al tempo stesso sa rendersi desiderato fino alla alienazione, come nel film Teorema
(Lucio Caruso, “Avvenire”, 2 settembre 1988)
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