Un bellissimo racconto d’esordio di Massimo Simeone, studente di Filosofia a Roma Tor Vergata: Ultimo treno a Parigi, Universitalia, 2015. Regalatelo per Natale, ordinandolo sul sito di Universitalia e tra qualche giorno su IBS

Ultimo treno a Parigi

Partire verso la libertà, con l’irrequietezza chatwiniana del nomade. E incontrare quello che non ti aspetti. Artisti di strada, uomini dal fisico poderoso, dalla tenerezza e dalla violenza ambigua, una ragazza affascinante, figura angelica costretta a confrontarsi con l’inferno, in un angolo e in uno sguardo che mai si sarebbero creduti orrendi.
Il pregevole racconto di Massimo Simeone non concede chilometri all’utopia, descrive, attraverso la dialettica arte (fotografia e musica)/pubblicità (consumismo e mercificazione del corpo) personaggi memorabili, chiaroscurali, infantili fino alla violenza, estremamente maturi fino alla soglia dell’altare di Dio senza volto, di carne.
Al centro la figura di Verlaine, il fotografo di origini italiane, calamita di una folta schiera di uomini in cerca di annientare le sbarre del quotidiano per trovare le chiavi di una esistenza concreta attraverso la libera arte. Se non restiamo a lungo, se la nostra vita dura il tempo di una mosca o di una zucca, allora «dobbiamo cercare altrove una città / duratura, il posto in un altro paese / dove fissare la nostra dimora» (Jeremy Taylor).
Storie che si intrecciano, con uno stile accurato, quanto incandescente e rapido, in quell’altrove città che è la Parigi dei nostri giorni, un oceano. Gettateci una sonda e non ne conoscerete mai la profondità. Nel suo ventre le «insurrezioni sono sempre partite da uomini dimenticati dalla Storia».
(dalla quarta di copertina)

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