Il sogno di tanti anni.

Il sogno del ragazzo di De Amicis

Il Papa scrive a Napolitano alla vigilia della Festa per l’Unità d’Italia. Tra le migliori novelle di Edmondo De Amicis, Il grande giorno racconta in modo singolare i giorni della breccia di Porta Pia e della presa di Roma. Un ragazzo, con la spavalderia della sua giovinezza, scappa dalla cattolicissima famiglia per seguire i soldati a Roma. Al ritorno racconta con gli occhi lucidi, prima dell’arrivo dei giornali, una giornata memorabile, a modo suo, inventando. Realizzando, in quel suo racconto ai familiari, attononiti e meravigliati, il suo sogno di conciliazione. Il Papa benedice la folla, i soldati, soprattutto i bambini che lo avevano invocato cantando e tutti festeggiano insieme, da ogni credo e classe sociale.

In mezzo a quel silenzio, parve all’improvviso di sentire un vocìo leggero, che non si capiva chi fosse; un suono vago, diffuso, come se venisse dall’alto…. e un solo canto tremolo, argentino, soave, si levò dal cielo, echeggiando con la voce d’una legione d’angeli. Erano migliaia di fanciulli che cantavano l’Inno a Pio IX del 1947… implorano la sua benedizione…. Alla finestra del Vaticano si vede spuntare qualcosa, muoversi, luccicare, sollevarsi in aria di colpo… Da quanti dubbi, da quanti scrupoli, da quante battaglie dolorose fra il cuore d’Italiani e la coscienza di Cattolici, si trovavano liberati! La conciliazione tra la Chiesa e lo Stato. Il sogno di tanti anni! Che tranquillità d’animo d’allora in poi! Che bella vita d’amore e d’accordo! Che respiro libero e sicuro! Sia benedetto il cielo! … -E’ proprio vero? – Non è un sogno? (Edmondo De Amicis, Il grande giorno, da Novelle)

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