Da Piccole Note, la storia di una amicizia. I veri momenti in cui il cuore guarda e si commuove

Pilade (e Nella): Lasciati portare dal legno della Sua umiltà

Si è spento in questi giorni Pilade Mancini, anche se in fondo aveva iniziato a morire in quell’aprile del 2014, quando il cielo gli aveva chiesto in dono sua moglie Nella, al quale lo legava un sacramento del Signore e un amore infinito. Nella, che nel momento fatale aveva stretto al cuore un crocifisso di legno e a quel legno si era aggrappata per quell’ultimo viaggio. «Lasciati portare dal legno della Sua umiltà»: è una frase di sant’Agostino che più volte aveva sentito ripetere dal suo (loro) amico don Giacomo Tantardini a cui era appartenuto quel piccolo crocifisso.

Una morte santa. Che aveva commosso tutti i suoi amici, e anche il Papa che aveva poi telefonato ai parenti. Come santa era stata la sua vita, abitata da un cristianesimo bambino, da catechismo della prima comunione. E come lei Pilade, amico di incroci fugaci abitati da sorrisi d’intesa felice.

In uno di questi incroci avevo scoperto una sua piccola devozione, quella pie devozioni che rendono colorata la vita e le cose: gli piaceva andare a scovare le Madonnelle di Roma, quelle che la pietà popolare ha nascosto nei gangli nascosti della città eterna. Una sorta di caccia al tesoro, dove il premio stava tutto nel riguardare il volto della Madonna, indirizzarle una qualche preghiera, un qualche cenno di devozione fanciullo. Lui che fanciullo era rimasto nonostante l’età e gli acciacchi maligni.

Un tesoro che poi riponeva con cura in uno scrigno segreto, fatto di foto, di muri e pietà popolare. Che poi ci aveva consegnato, quasi senza dirselo (non c’era bisogno di tante parole), regalando a Piccolenote un mese felice. Un mese di maggio nel quale avevamo pubblicato ogni giorno le foto di alcune delle “sue” Madonnelle, quelle che aveva scovato fendendo cumuli di smog e di indifferenza fin negli angoli più riposti dell’urbe, ché le vie del Signore sono infinite e grande è la fantasia della fede dei semplici (le ripubblicheremo a maggio, ovviamente, oggi che sono abitate da più grato ricordo).

Piace ricordare questa piccola storia in questo giorno duro per tanti suoi cari. Oggi che non deve più ricercare quel volto celeste tra muri ingrigiti. Oggi che quel volto celeste gli appare in tutto il suo splendore e la sua tenerezza di madre.

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