Il commento della allieva Barbara Stazi all’incontro con Bartolo del 14 ottobre all’università di Tor Vergata:
Il Dott. Bartolo…. un uomo che non ha perso il cuore e che il cuore mette in ogni carezza ad un bambino, in ogni pacca sulla spalla ad un ragazzo, in ogni sguardo che rivolge ad ogni singola donna che con amore accoglie e soccorre. È uomo semplice, umile, di grande umanità. Un uomo che non si è abituato alle infinite sezioni dei cadaveri che ha effettuato. Non riesce a non essere partecipe: sa cosa significa amare. Ogni parola, ogni singolo suono di ogni sua parola è un carico di amore: la sua voce che si spezza, al “vai avanti” sulle foto di quei giovani corpi adagiati “a cuscino” morti nella stiva, per l’emozione e il dolore ne è l’emblema. “Ogni uomo che sia un uomo ha il dovere di aiutarli” sono le sue parole in Fuocammare: e nonostante la stanchezza, nonostante gli incubi, nonostante i dormiveglia nell’emergenza di tutte le notti, non c’è rassegnazione né tantomeno pigrizia nel suo sguardo ma desiderio di lottare, di infrangere il muro dell’indifferenza delle istituzioni, di scardinare la mentalità chiusa e bigotta di noi piccoli uomini incompleti che non sappiamo guardare oltre al colore della pelle. È in questa indifferenza che si perde la dimensione dell’umanità che naufraga insieme alle emozioni.
Ed è vero che noi (non tutti) siamo così: tremendamente indifferenti verso Lampedusa che è cuore vivo e pieno di battiti del Mediterraneo, e atrocemente indifferenti verso loro, poveri uomini, fratelli nel mondo, straziati dalla tortura della sovrumana, atroce e profonda sofferenza.
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