straziante e meravigliosa bellezza del creato

Per l’Abruzzo e per Guido

«Il dono è ciò che è sempre imprevedibile verso l’altro ed estraneo alla logica dello scambio interessato», così scrive Guido Zingari in Il dono e l’Occidente. Conversazione su un gesto imspiegabile. Esperto di Heidegger, apprezzato docente universitario a Tor Vergata, Guido, per un destino luminoso e tragico (se si pensa anche alla lunga malattia che aveva affrontato con estremo coraggio, perfino gioia) è rimasto vittima del terremoto d’Abruzzo del 6 aprile di due anni fa, di cui oggi ricordiamo tutte le vittime.  In uno tra i suoi libri più belli, Ontologia del rifiuto. Pasolini e i rifiuti dell’umanità in una società impura, Le nubi edizioni, 2006,Guido commenta il finale del cortometraggio Che cosa sono le nuvole? Pasolini vi rappresenta, in 22 minuti, l’intera esistenza attraverso l’Otello di Shakespeare, recitato in un teatrino di periferia dai toccanti burattini Totò-Jago e Ninetto Davoli-il Moro. Li accompagna sulla scena e li porta via, dopo che il pubblico inferocito per l’assassinio di Desdemona li ha distrutti, sempre cantando, lo “spazzino” Domenico Modugno: “lo soffia il cielo, lo soffia il cielo”.

 

Caricati su un camion di rifiuti (!), vengono trasportati in una discarica e abbandonati. Distesi su una coltre di immondizia, estasiati contemplano il cielo. Il volto burlesco e verd’azzurro di Totò sogghigna tra smorfie e sberleffi. Ninetto incantato scopre d’improvviso le nuvole sopra di lui e i rifiuti. Ecco la rivelazione, commenta Totò, della “straziante e meravigliosa bellezza del creato”. Pasolini cresce e raccoglie, ancora una volta, la metafora e la simbolica del rifiuto, per parlare sempre di loro: i reietti, i rifiutati dal mondo, in una pantomima comica, allegra, gioiosa e grottesca. Essi vivono una vita e una realtà irreali, surreali e paradossali al di là del mondo … composta della loro puerile ingenuità e delle loro imprese eroiche, ridicole e impossibili. I rifiutati muovono al riso, allo scherno e a un’incontenibile ilarità, mentre fingono di annegare in un mare di rifiuti (Guido Zingari ).

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