Vite che non sono la mia (2) Etienne, Juliette e la disabilità

Carrère, per ricostruire la vita della seconda Jiuliette, giudice di grido, comincia con l’ascoltare Etienne, suo collega.
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Sia Juliette che Etienne raccontano storie di disabilità, per la prima, dopo un lungo combattimento, terminata con la morte.
Entrambi, per tumori e recidive di giovinezza, hanno evidenti e gravi problemi di deambulazione, e formano una coppia di giudici formidabile: lei con le stampelle, lui con la gamba amputata e la protesi.
Un matrimonio (professionale) ideale, come nella novella di Pirandello, Matrimonio ideale.
Ecco la descrizione del loro incontro, descritto nella maestria strutturale dello scrittore francese, isolando un capitoletto di mezza pagina. Juliette, nuovo giudice che dovrà affiancare Etienne, bussa alla sua porta. Entra con le sue stampelle e lui (Carrère narra in prima persona le vite degli altri, come le ha ascoltate) ha subito pensato, carino una zoppa! :

A farlo ridere ancora oggi non è il fatto di aver avuto questo pensiero, ma che questo pensiero sia sorto in modo così spontaneo, appena concepito e già vestito di queste tre parole di cui lui garantisce l’esattezza – compreso il “carino!”. Un attimo dopo, ha visto che le stampelle erano sovrastate da un viso grazioso, un bel sorriso, un che di aperto, di gioioso e severo che certo rientrava nell’impressione generale; ma la prima cosa, prima dell’impressione generale, sono state le stampelle: l’ha subito presa come un regalo. E si è subito sentito felice: bastava alzarsi e girare intorno alla scrivania per mostrale che, pur senza stampelle, zoppicava anche lui.

Per entrambi l’amore sarà la forza possente capace di donare l’identità, frantumare, non in modo traumatico gli specchi, non vederli più e vedere se stessi.
Etienne afferma, dopo aver trovato l’anima gemella, superato il tabù sessuale, parlando con i suoi clienti, vittime di soprusi o stupri, che se è verso che l’accaduto si ripercuote nella vita sessuale, sappiate che esistono persone cui il vostro handicap farà un bene pazzesco, e se lo accettate farà bene anche a voi.
Una di queste persone è Patrice, il marito di Juliette per il quale la luminosità da dea inaccessibile della ragazza diventava invece vicina e accostabile proprio in virtù delle stampelle.
Un avvicinamento, dopo le prime avvincenti mosse dell’amore, che letteralmente li solleva da terra, rafforzato dal combattimento esterno (anche con i genitori di Juliette) ed interno contro i pregiudizi delle diverse classi sociali: Patrice è un sognatore, un disegnatori di fumetti senza lavoro fisso.
Fino a quella impensabile gratitudine comunicata da Juliette ad Etienne che ho trovato molto spesso nei racconti di Con l’augurio di molte farfalle e soprattutto negli atteggiamenti degli amici del laboratorio integrato :

Non dico che l’infermità mi abbia reso più intelligente e profonda, ma grazie a lei se ci sono le bambine, e allora, è il contrario del rimpianto, il contrario dell’amarezza, non passa giorno senza che mi dica: ho l’amore. Tutti lo rincorrono, io non posso correre ma ce l’ho. Amo questa vita, amo la vita, l’amo con tutta me stessa. Capisci?

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