VIaggio in Normandia con memorie di scrittori. Sostegno alla poca nebbia di memorie montaliana

Baudelaire a Honfleur: invito al viaggio

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Honfleur è diversa e mantiene intatte le sue architetture rustiche, le sue casette a chalet, aguzze di frecce e pinnacoli, cariche di bugne e di borchie, attraversate da grandi sbarre color marrone. Si ha l’impressione che se vi tornasse Baudelaire – che qui compose l’Invitation au voyage – non la troverebbe troppo mutata. Un manifesto però ci disillude, affermando che la cittadina può contenere cinquemila persone. Honfleur ospita un’infinità di pittori, molti dei quali si difendono come possono dal troppo «pittoresco» dandosi a composizioni astratte. Nei suoi aspetti meno gradevoli la città fa pensare alla vita di Ascona e di Capri, luoghi d’incontro di nudisti nordici e di geni incompresi

(Eugenio Montale, Fuori di casa).

L’invitation au voyage

Mon enfant, ma soeur,
Songe à la douceur
D’aller là-bas vivre ensemble!
Aimer à loisir,
Aimer et mourir
Au pays qui te ressemble!
Les soleils mouillés
De ces ciels brouillés
Pour mon esprit ont les charmes
Si mystérieux
De tes traîtres yeux,
Brillant à travers leurs larmes.

Là, tout n’est qu’ordre et beauté,
Luxe, calme et volupté.

Des meubles luisants,
Polis par les ans,
Décoreraient notre chambre;
Les plus rares fleurs
Mêlant leurs odeurs
Aux vagues senteurs de l’ambre,
Les riches plafonds,
Les miroirs profonds,
La splendeur orientale,
Tout y parlerait
À l’âme en secret
Sa douce langue natale.

Là, tout n’est qu’ordre et beauté,
Luxe, calme et volupté.

Vois sur ces canaux
Dormir ces vaisseaux
Dont l’humeur est vagabonde;
C’est pour assouvir
Ton moindre désir
Qu’ils viennent du bout du monde.
– Les soleils couchants
Revêtent les champs,
Les canaux, la ville entière,
D’hyacinthe et d’or;
Le monde s’endort
Dans une chaude lumière.

Là, tout n’est qu’ordre et beauté,
Luxe, calme et volupté.

Charles Baudelaire

(da Les Fleurs du Mal, 1857)

L’invito al viaggio

Sorella mia, mio bene,
che dolce noi due insieme,
pensa, vivere là!
Amare a sazietà,
amare e morire
nel paese che tanto ti somiglia!
I soli infradiciati
di quei cieli imbronciati
hanno per il mio cuore
il misterioso incanto
dei tuoi occhi insidiosi
che brillano nel pianto.

Là non c’è nulla che non sia beltà,
ordine e lusso, calma e voluttà.

Mobili luccicanti
che gli anni han levigato
orneranno la stanza;
i più rari tra i fiori
che ai sentori dell’ambra
mischiano i loro odori,
i soffitti sontuosi,
le profonde specchiere, l’orientale
splendore, tutto là
con segreta dolcezza
al cuore parlerà
la sua lingua natale.

Là non c’è nulla che non sia beltà,
ordine e lusso, calma e voluttà.

Vedi su quei canali
dormire bastimenti
d’animo vagabondo,
qui a soddisfare i minimi
tuoi desideri accorsi
dai confini del mondo.
– Nel giacinto e nell’oro
avvolgono i calanti
soli canali e campi
e l’intera città
il mondo trova pace
in una calda luce.

Là non c’è nulla che non sia beltà
ordine e lusso, calma e voluttà.

(traduzione di Giovanni Raboni)

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