Amori senza amore e il dono gratuito della ricerca

Loveless: il vero film del Natale

Non è per antitesi.
La durissima sceneggiatura, accompagnata da una fotografia eccellente, da una dimensione narrativa circolare piena di rimandi, da ottimi attori, rappresenta, nell’adolescente rifiutato da genitori idioti e insoddisfatti, il rifiuto di Gesù Bambino (ovvero della gratitudine e del dono). Senza amore, spietato e realistico documento dalla Russia di oggi, tremendamente verisimile per tutto l’Occidente, con le persone telecomandate dal continuo sfogo del telefonino (la scena in metropolitana è emblematica), la madre che non riesce a fare altro che digitare e lo farà anche dopo “la tragedia”, una natura possente, ma ai limiti della ribellione, scheletri di palazzi dappertutto e la polizia incapace di fronteggiare il crimine.
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I bambini e gli adolescenti ne soffrono visibilmente e la coppia protagonista, ormai separata, con vite nuove ormai già costruite ma con il problema di dove lasciare quel figlio mai benvoluto, mai sentito come un dono, non avrà neanche il coraggio di “riconoscerlo” (non posso dire di più per chi vuole andarlo a vedere).

Unico, ma luminoso, sguardo tra le rovine (e infatti fanno luce e rovistano in quegli scheletri dei palazzi ex soviet con efficienza e determinazione, senza paura e insieme) sono i volontari che si mettono in azione, sostituendo la polizia che è impossibilitata (o incapace) di occuparsi della scomparsa di ragazzini, a fronte di una criminalità dilagante.

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