la storia della passione

La commozione nel guardare Gesù crocifisso

La Storia della Passione, ha scritto Pier Paolo Pasolini,  “è per me la più grande che sia mai accaduta e i testi che la raccontano i più sublimi che siano mai stati scritti”. Il grande regista e scrittore, come la Chiesa invita in questi giorni, tiene fisso lo sguardo sulla sofferenza e il sacrificio di Cristo. In una meditazione di Pasqua a Bergamo, il 15 marzo 2010, pubblicata su 30giorni n.2, 2011, don Giacomo Tantardini ripete più volte che la passione di Gesù non è un eroismo. Così, molto spesso, la sofferenza di qualcuno, diventa un sorriso di grazia, l’inizio di un cambiamento:

La passione di Gesù non è un eroismo. E’ il bambino che, abbandonato, si abbandona per una pienezza di amore che gli si è riversata nel cuore. E’ il bambino che vive tutta l’esperienza del dolore umano abbandonandosi nelle braccia del Padre per una pienezza di predilezione che gli è infusa nel cuore[…] Non so se sono riuscito a esprimere la commozione nel guardare così Gesù crocifisso. Nel guardare Gesù che dice “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” e che nello stesso tempo, si abbandona nella braccia del Padre. Si abbandona per una pienezza di carità che il Padre gli dona. Così anche la sua ubbidienza, che ci ha salvati, è innanzitutto grazie, è predilezione del Padre per il Figlio prediletto (don Giacomo Tantardini).

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