Mafia-Femminile-Singolare

mafia singolare

Mafia-Femminile-Singolare
Mafia Singolare Femminile
Sala Conferenze, venerdì 23 marzo 2018, ore 10.00

La Biblioteca nazionale centrale di Roma, in collaborazione con l’Università degli studi di Roma Tor Vergata, promuove venerdì 23 marzo (Sala Conferenze, ore 10.00) Mafia Singolare Femminile, un incontro per le scuole sul ruolo delle donne nel fenomeno mafioso. Dopo i saluti del Direttore della Biblioteca nazionale Andrea De Pasquale, l’incontro si snoderà attraverso un dialogo tra il Procuratore aggiunto di Palermo Marzia Sabella, l’unica donna del pool di magistrati che nel 2006 hanno coordinato la cattura di Bernardo Provenzano, e la scrittrice e drammaturga palermitana Cetta Brancato, che renderanno testimonianza del loro contributo professionale e letterario sul tema della legalità. Coordina Fabio Pierangeli (Università degli studi di Roma Tor Vergata).
L’incontro prende le mosse dall’opera teatrale Mafia Singolare Femminile, scritta da Cetta Brancato con Marzia Sabella e liberamente tratta dal libro della Sabella Nostro Onore. Una donna magistrato contro la mafia (con Serena Uccello, Einaudi, 2014).
L’opera Mafia Singolare Femminile è stata messa in scena il giorno 19 luglio 2017 per il venticinquennale della strage di Via D’Amelio, presso il Teatro antico di Segesta, alla presenza delle più alte cariche dello Stato, con il Patrocinio della Commissione Parlamentare Antimafia e dell’Associazione Nazionale Magistrati, Sezione Distrettuale di Palermo. Si compone di otto monologhi di donne, l’altra metà del cielo del fenomeno mafioso. I personaggi escono dalle carte processuali, ma non portano i nomi tristemente altisonanti di donne già conosciute nel panorama criminale. Incarnano, invece, gli aspetti femminili di un mondo funesto in cui la donna compie la propria condizione, sempre in rapporto con il lutto e il dolore. Un contemporaneo inferno di Sicilia in cui le voci si sovrappongono in un rito violento e inesorabile. Senza salvezza, senza perdono, senza genesi, la figura femminile, nell’ergersi all’interno del fenomeno mafioso, perde inesorabilmente ogni qualità dell’anima, alimentando sterilità e dolore.

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