sembra che non si tuffi più e sorrida

Ritrovo due post dedicati a Rocco dell’inizio del 2011. Dicono moltissimo di lui: Poetry, gli incipit della poesia

Nel film Poetry la poesia combatte, è sconfitta?, la malattia, la morte e soprattutto l’afasia violenta della noia nella figura del nipote della signora protagonista che, a sessantacinque anni, un vita durissima, quel ragazzo da mantenere, decide di assecondare la sua vena poetica, profetizzata a 5 anni dal maestro elementare e poi rimasta lì, in attesa, res amissa. Nel finale mi pareva adombrata la definitiva resa, dopo alcune importanti rivincite, con la signora che probabilmente andava a raggiungere la ragazza suicida il cui gesto, fin dall’inizio, muove le azioni del film. Per l’amico Rocco, il film racconta invece un incipit. La poesia per lui è il gesto concreto di Dio nella realtà, il sorriso della ragazza che vediamo negli occhi luminosi per la prima volta:

 

Anche se assediata, siamo a Seul, dalla finta modernità occidentale, la signora vince sempre, denuncia gli stupri e il nipote, l’ipocrisia della scuola (genitori e maestri), riesce a scrivere una poesia bellissima, dà onore e solidarietà alla ragazza suicida. Tutto ciò che era vitale e un po’ nascosto nella sua persona, viene illuminato dalla poesia che giaceva in lei. E vince sulla malattia perché non ne è angosciata. E alla fine sul ponte possiamo vedere finalmente in faccia la ragazza fin da allora inquadrata solo di schiena. Sembra che non si tuffi più [per suicidarsi] e sorrida. Risorta, come la signora, come la poesia, nonostante il giovane poeta nichilista. E tutto in lenti tempi asiatici. Silenzi, acque e dignità (Rocco Auciello sul film Poetry).

No Comments

Leave a Reply

Your email is never shared.Required fields are marked *