Costernato e commosso dalla tragedia di Genova, città di tanti amici, anche poeti, e presenze care

Barbonaio incessante guarda Genova

Genova

di Beppe Mariano

 

Città estrema, generosa e aliena,

vestigia e matitone, mare e neve per spreco insieme

 

Ha tema per recenti acquate

dai monti senza legna precipitate in mare

 

dispersione di masserizie affettive,

aspirazioni, vite ancora vive.

 

Un barbone pinocchiesco cerca di vendere la pioggia,

se ne riempie le tasche ad ogni desco,

 

come se le gocce fossero zecchini risuonanti.

Lascia il suo portone-ricovero,

 

sale in ascensore da Eataly e prima di essere cacciato

dai mangiafuoco, di lassù scruta il porto

 

rinnovato e sospira a quello avara che ha conosciuto

che di dover rimpiangere mai avrebbe immaginato.

 

Ogni giorno s’accorge che non ha più posto

neppure nel folklore, nel ritratto stesso di un mondo

 

gattovolpesco, rifatto dalle tante etnie

che vi commerciano, barbonaio incessante

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