E’ la dolcezza della Grazia, la dolcezza dell’essere amati che fa pregare…”

don Giacomo Tantardini
omelia del 1° gennaio 2008

“Ripongo la gratitudine nel Signore”. Il Padre ha mandato il suo figlio unigenito, nato da Maria, nato sotto la legge per riscattare quelli che erano sotto la legge perché ricevessimo l’adozione a Figli”. Perché voi siete figli c’è una prova, la prova che non siamo, che non sei più schiavo ma figlio e sei anche erede per grazia di Dio, la prova è che allo schiavo si comanda, il figlio invece domanda, la prova che si è figli sta tutta, direi sta solo nella preghiera.

Allo schiavo si comanda, quindi lo schiavo si preoccupa di fare quello che gli viene comandato, invece il figlio domanda anche perché quando è piccolo piccolo al figlio non si può comandare niente. Ma il figlio domanda, inizia a domandare, in fondo, inizia a domandare nell’ istante stesso in cui è concepito. È vero che si può abortire, e così si risponde con l’omicidio alle domande del figlio. Il figlio domanda, il figlio domanda, questo riassume tutto quello che il figlio fa, quello che il figlio fa è che domanda, domanda tutto, cioè prega, prega per ogni cosa. Quando il figlio domanda, cioè quando il figlio prega, la sua preghiera non nasce solo dal suo non essere capace di nulla, nasce dalla Grazia, nasce dal fatto che Dio ha mandato lo Spirito del Figlio Suo, che Dio ha mandato la sua dolcezza, che Dio ha mandato il compimento suo e del Figlio nei nostri cuori. Il fatto che si domanda, la domanda del figlio, non nasce, in fondo, dai bisogni, nasce dalla dolcezza di essere amati!

Prova che siete figli è che Dio ha mandato lo Spirito del Figlio Suo, la dolcezza del suo Figlio; l’ha mandata nei vostri cuori, nel quale questa giustizia grida, cioè domanda, così chi prega, cioè chi domanda, chi questa dolcezza domanda si salva, già sulla terra fa l’esperienza della salvezza. La vita ci è data, la vita ci è data perché tutto, ogni istante della vita diventi preghiera. La vita ci è data perché non solo ogni istante, ma ogni gesto della vita, ogni cosa della vita diventi preghiera.
La vita ci è data per questo motivo: questo è l’anticipo del Paradiso. La vita ci è data, la dolcezza dello Spirito Santo ci è data, la dolcezza della Grazia, la sua completa realtà ci è data perché possiamo pregare; ci è dato per questo, la vita ci è data, la dolcezza dello Spirito Santo ci è data, la dolcezza della Grazia ci è data perché possiamo gustare la dolcezza, perché quella dolcezza ci doni di pregare, quella dolcezza ci doni di domandare, quella dolcezza ci doni di sperare tutto, di mettere la nostra speranza nella Chiesa.

Il figlio domanda perché spera tutto, il figlio piccolo piccolo domanda perché spera tutto. Se non sperate non vi salvate. Chi prega, chi prega fa l’esperienza della Salvezza, chi domanda fa l’esperienza della Salvezza e l’esperienza della Salvezza rende più semplici, rende più umili. Allora si cerca di ripetere, di ripetere anche con tutte le distrazioni che la ripetizione nostra comporta, di ripetere le parole dei poveri, le parole degli umili, come diceva il Papa, che la gloria di questa dolcezza sia anche per tutto il mondo. Su di noi faccia splendere il suo Volto perché si conosca sulla terra la sua via, la sua via che conduce al Paradiso, la via che conduce al Paradiso è la Grazia che brilla sul Volto dei Santi, la via che conduce al Paradiso è la dolcezza del cuore che si esprime in preghiera, perché si conosca sulla terra; vedendo questa preghiera, si conosca sulla terra la Tua via, si conosca davanti agli uomini la Tua salvezza fra tutte la genti.

la dolcezza della Grazia (don Giacomo Tantardini)

don g

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