Il passaggio dalla prima alla seconda parte potrà essere sconvolgente

Libero dentro di Giovanni Arcuri

“Immerso in profonda solitudine / trasmetto Amore ad un cieco che / mi chiede di che colore è l’aurora”.

Appunto di viaggio, dall’Ecuador, anno 2000: l’incontro con il cieco sulle scale di una cattedrale. E’ strano ma ho imparato molto di più del viaggio come esperienza umana lavorando in due incontri con i carcerati di Rebibbia che in molti anni di docenza su materie legate a quel tema. Si trattava di un laboratorio nell’ambito della iniziativa dell’Università di Tor Vergata di Roma Teledidattica in Carcere che ho svolto a partire dal racconto di Kafka Il prossimo villaggio. Ora il libro di Giovanni Arcuri, Libero dentro, Albatros editore, da cui è tratta la breve poesia, ne è una straordinaria conferma. Cito dall’introduzione:

Per oltre vent’anni durante i miei numerosi viaggi ho avuto l’abitudine di portare sempre con me un taccuino su cui trascrivere le miei emozioni in momenti particolari… Vi condurrò (nella prima parte del libro) in un universo reale, per molti sconosciuto.

La seconda parte, Quaderni dal carcere, è un insieme di emozioni, aneddoti, poesie, esperienze interne e riflessioni durante la mia detenzione nel carcere romano di Rebibbia, avvenuta alla fine del 2001. Il passaggio dalla prima alla seconda parte potrà essere sconvolgente, poichè si passerà dai grandi spazi di quello che è stato il mio mondo per un quarto di secolo a quelli ridotti alla minima potenza della cella di un penitenziario. In entrambe le situazioni ho mantenuto il mio modo d’essere, senza scendere a compromessi, con dignità e coerenza. Mi auguro che dopo averlo letto abbiate una visione più ampia dell’essere umano, con le sue inquietudini e sofferenze, le sue ambizioni, le conquiste e gli amori (Giovanni Arcuri, Libero dentro)

No Comments

Leave a Reply

Your email is never shared.Required fields are marked *