Non è spento nei giovani l’ardore che li porta a procacciarsi una vita, e a sdegnare la nullità e la monotonia…

–G. Leopardi

Insegnanti e dintorni….

Chi vuole insegnare ha davanti anni di attesa. Bisogna riassorbire i precari, farli entrare finalmente in ruolo. 230000. Si parla di 5, 6, 7 anni. Un bel colpo per chi sogna da sempre di insegnare. Ma c’è qualcos’altro forse da non dimenticare, oltre ai precari, oltre a chi come me vede allontanarsi un sogno. Ci sono loro, i ragazzi. Oggi così “annoiati, stanchi, corrosi dalla monotonia, arruginiti, con gli occhi spenti, quasi vecchi” come dice Alessandro D’Avenia, che gira nelle scuole italiane da un anno per dialogare con loro sul suo libro Bianca come il latte. Rossa come il sangue. Questi sono i ragazzi di oggi, ma “basta poco per ravvivare quel fuoco nascosto tra la cenere: la brace in realtà è ancora viva, basta smuovere lo strato soffocante di paura e di noia”. Questo in fondo mi auguro: che tra chi avrà la fortuna di star loro di fronte ci sia qualcuno che non dimentichi di servire anzi tutto il loro cuore, il loro grande cuore rattrappito. Qualcuno che dia loro il coraggio di rischiare.

Mi hanno chiesto come si fa a vivere, come si fa a sognare, come si fa ad amare, come si fa a trovare Dio, come si fa a trovare la propria strada, come si fa a non soccombere di fronte al dolore. Così ho scoperto dalle loro domande che gli adolescenti di oggi non hanno domande: sono domande. Come i bambini con i loro perchè reiterati, anche l’adolescente riformula i perchè, ma su un piano diverso: il bambino chiede perchè ci sono le stelle, l’adolescente chiede come ci si arriva. (Alessandro D’Avenia)

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