la giornata d’uno scrutatore

Solo il momento in cui si comincia

“La continuità è data solo da un nuovo inizio”. E, se non è così, l’inizio di una esperienza importante, socialmente o individualmente, diviene facilmente nostalgia, rimpianto.

Se ne accorgeva perfettamente Italo Calvino, in uno dei suoi libri più belli: La giornata d’uno scrutatore, ambientata al Cottolengo di Torino, dove un militante comunista, Amerigo Ormea, è chiamato, appunto, a esercitare le funzioni di  scrutatore, durante le elezioni del 1953. Ormea, tra gli altri spunti interessanti, rievoca un nuovo inzio sociale, la ricostruzione e la solidarietà militante del dopoguerra, già ormai nostalgia per un passato lontano:

 

 In quegli anni la generazione d’Amerigo … aveva scoperto le risorse d’un atteggiamento finora sconosciuto: la nostalgia. Così nella memoria, egli prese a contrapporre allo scenario che aveva davanti agli occhi il clima che c’era stato in Italia dopo la liberazione, per un paio d’anni di cui ora gli parava che il ricordo più vivo fosse la partecipazione di tutti alle cose e agli atti della politica, ai problemi di quel momento, gravi ed elementari… ricordava l’aspetto della gente d’allora, che pareva quasi ugualmente povera, e interessata alle questioni universali, più che alle private.

 

Dunque quello che conta d’ogni cosa è solo il momento in cui comincia, in cui tutte le energie sono tese, in cui non esiste che il futuro? Non viene per ogni organismo il momento in cui subentra la normale amministrazione, il tran tran? Anche per il comunismo… sarebbe avvenuto?

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