“Il mistero esiste e rimane per sempre. Che fare?”

Novissima Carmina. Per Antonio Mario

«Signore, già da ora / ricordami le tue parole / e le tue promesse. / E poi aiutami, ti prego, / in quel momento / terribile».

E il momento è arrivato, ieri, 3 di agosto, per il carissimo Antonio Mario Cappelletti, toscanissimo trapiantato a Roma, ingegnere navale, poeta non occasionale, padre di tre figli, Marco, don Lorenzo, Tommaso e nonno di molti nipoti. Ho avuto in dono di poterlo salutare il giorno prima del trapasso, carezzargli la mano, condividere con Lorenzo il mistero di quelle ore terribili, sia pur di fronte ad un uomo molto anziano.

«Sorridici. / Va bene anche s’è tardi. / Oh, tardi è parola inesorabile. / Fa tremare. / “Tardi” non si rimedia. / Sorridici».

Proprio il desiderio di un sorriso, quello dei nipoti in particolare, è il segno più vivo dell’attesa, in certi momenti, fiduciosa, certa, della bellezza, della “resurrezione”, in una concretezza ruvida che si avverte anche nei versi del suo ultimo libro dal titolo stupendo Novissima Carmina:

O somma bellezza, / anche per noi uomini / risentirsi bambini, / in braccio a Qualcuno / che il terrore della fine / ci renda più leggero.

Codesto tuo splendido sorriso, Mimmi/è proprio parte della bellezza assoluta.

T’auguro / di riconoscer presto / quest’orda, che c’è / e non si fa vedere. / Sta scritto che soltanto l’amore ne avrà / definitivamente ragione. / L’amore che supera / ogni ostacolo / e non ha / paura di niente

One Comment

Leave a Reply

Your email is never shared.Required fields are marked *