Immigrato irregolare, vivere una realtà diversa

Il Pulitzer clandestino

 

“Mia madre voleva darmi una vita migliore, così mi mandò in America a vivere con i suoi genitori … Un giorno, avevo sedici anni, andai in bicicletta alla motorizzazione… Quando mostrai all’impiegata la mia green card, lei se la rigirò tra le mani, la esaminò e poi bisbigliò:  ‘Questo documento è falso. Vai via e non farti più vedere’.

 

Josè Antonio Vargas è nato nelle Filippine ed è arrivato negli Stati Uniti quando aveva 12 anni. Ha studiato l’inglese, è andato all’università, ha imparato a fare il giornalista e ha vinto il Pulitzer (il premio più prestigioso per la letteratura e il giornalismo dopo il Nobel) al Washington Post. Con un recente articolo sul New York Times Magazine (ripubblicato su Internazionale del 26 agosto) ha rivelato il suo segreto: è sempre stato un immigrato irregolare. Fino all’episodio qui sopra raccontato, non sapeva di avere documenti falsi.

Apparentemente mi sono costruito una bella vita, ho realizzato il mio sogno americano. Ma sono ancora un immigrato irregolare. E questo significa vivere una realtà diversa. Significa passare le giornate nel terrore di essere scoperto. Significa non fidarsi mai di nessuno, non dire come stanno veramente le cose nemmeno alle persone che mi stanno più vicine. Significa tenere le foto di famiglia in una scatola da scarpe invece che in mostra sulla mensola di casa … E  ha significato affidarsi ad una specie di rete  di sostegno clandestina, su di una serie di persone che hanno preso a cuore il mio futuro e hanno corso dei rischi per me.

No Comments

Leave a Reply

Your email is never shared.Required fields are marked *