Ma tu dimentichi qualcosa

Nel cuore, come te

“Calipso- Odisseo, non c’è nulla di molto diverso. Anche tu come me vuoi fermarti su un’isola. Io forse un giorno ti dirò quel che ho patito. Tutte e due siamo stanchi di un grosso destino. Perché continuare? Che ti importa che l’isola non sia quella che cercavi? Qui mai nulla succede. C’è un po’ di terra e un orizzonte. Qui puoi vivere sempre.

•Odisseo- Un vita immortale.

 Calipso –  Immortale è chi accetta l’istante. Chi non conosce più un domani. Se non deponi la smania e non accetti l’orizzonte, non uscirai da quel destino che conosci. Posare la testa e tacere”. (Cesare Pavese)

Parlando con gli studenti della letteratura di viaggio, siamo tornati lì, a Pavese, alla sua Isola, uno dei Dialoghi con Leucò. Nella terra perduta, dimenticata, Ogigia, Calipso cerca di convincere Ulisse-Odisseo a rassegnarsi: è inutile viaggiare, posa il capo, accetta l’istante che viene e che va, quello che cerchi, la felicità, non esiste. In un barlume di grande umanità, Ulisse, alla fine del dialogo, dice quello che Calipso ha scordato, su quell’isola della dimenticanza:

Odisseo- Ti ho chiesto se sei felice. •

Calipso- Non è questo. Accetto l’istante….

•Odisseo- Non sono immortale. •

Calipso- Lo sarai se mi ascolti. •Che cos’è vita eterna se non questo accettare l’istante che viene e l’istante che va? L’ebbrezza e il piacere, la morte non hanno altro scopo. Cosa è stato finora il tuo errare inquieto? •

Odisseo- Se lo sapessi avrei già smesso. Ma tu dimentichi qualcosa.

•Calipso- Dimmi

•Odisseo- Quello che cerco l’ho nel cuore, come te.

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