le materie di insegnamento si materializzavano

L’aula di Pasolini

L’aula di Pasolini era tappezzata di fumetti che erano scaturiti come frutto della collaborazione degli alunni e degli insegnanti di educazione artistica sapientemente coordinata dalla regia di Pier Paolo. In quei fumetti di rara bellezza le materie di insegnamento si materializzavano in immagini conflittuali in cui gli alunni partivano alla conquista del sapere sottraendolo ai custodi con l’arma dell’astuzia piuttosto che della violenza, a significare che il sapere è una conquista faticosa sì ma guidata dalla ragione, e non dalla forza e dall’arroganza.

 

Così un collega di Pasolini Sergio Vaccher, di quei tempi mitici dell’insegnamento nei due anni di Valvasone (si legge in Il me pais al è colòur smarìt, Società Filologica Friulana, 1996, nell’articolo di Sergio Chiarotto). Conclude Vaccher, con un poco di enfasi:

Così si realizzava nella classe un clima di partecipazione, di coinvolgimento, dove si annullavano le isole di apatia o di emarginazione e dove ognuno aveva delle precise responsabilità del suo ruolo e una sorta di società di uguali in cui non poteva  esplodere rivalità, invidia, arroganza e presunzione, ma solo spirito di collaborazione, finalizzato al bene comune. Questo modo di aiutare tutti gli alunni a trovare se stessi nella ricerca della verità, da assimilare attraverso la mediazione del docente, creava un’atmosfera di fiducia, di simpatia. 

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