In uscita tra qualche settimana per Universitalia il volume Afferrare le redini di una vita nuova, della collana da me diretta Il vagabondo delle stelle. Raccoglie saggi, scritti, testimonianze dirette sul carcere. Ne riparlerò presto. Intanto le parole di un detenuto di fine pena mai contenute nel volume

ritornando liberi come siamo stati creati

Vai treno, corri, corri più in fretta, sono ormai
stanco di viaggiare come un vagabondo senza meta, vai,
vai portami là, dov’è rimasto il mio cuore, dove riposa
serena la mia anima; non allungare ancora di più, oh
treno della speranza, questo mio tempo che mi distacca
da coloro che ho di più caro al mondo; voglio respirare
insieme a loro, sorridere, gioire, dormire e svegliarmi
insieme a loro.

Portami là nell’immensità, nella serenità,
nella semplicità, là dove potrò dimenticare e rinascere.
Per un istante ho creduto di morire, ho sentito la mia
vita spezzarsi, la paura ha stretto come una morsa il
mio cuore. Riconosco la solitudine come mia unica
compagna. Sono io, sto vivendo la mia vita, ma non
sono solo un attore o una comparsa, “sono io” il vero
protagonista, di questa vita che è mia e debbo viverla,
comunque sia, fino alla fine! Mi auguro che l’amore
sconfigga il male che ci circonda senza più tornare
dentro queste mura, di non annusare più quest’aria
irrespirabile, ritornando liberi come siamo stati creati.

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