Il cuore dell’infanzia e l’iniquità degli oggetti

Dov’era il tennis …

E’ curioso pensare che ognuno di noi ha un paese come questo, e sia pur diversissimo, che dovrà restare il suo paesaggio, immutabile, è curioso che l’ordine fisico sia così lento a filtrare e in noi e poi così impossibile a scancellarsi. Ma quanto al resto?


Eugenio Montale, in Dov’era il tennis…, poemetto in prosa de La bufera e altro, esplorazione del rapporto profondo tra un paesaggio caro dall’infanzia fino a diventare il proprio paesaggio e l’incongruità di tutto quello che lo circonda.  Qual è il nesso tra il pulsare di commozione di fronte alla “cosa” più tua (qui un campo da tennis dove venivano a giocare “due bianche farfalle” e ora invaso dalla gramigna), e l’incongruità del tutto? La partita interrotta allude a tutti gli struggenti ricordi dell’infanzia, il cuore del destino personale, “spezzati” come la partita di tennis irripetibile su quel campo abbandonato dove giocavano le bianche ragazze del ricordo (si ricordi anche la farfalla di Dinard, identica evocazione di figura femminile lontana) :

Ma quanto al resto? A conti fatti, chiedersi il come e il perché della partita interrotta è come chiederselo della nubecola di vapore che esce dal cargo arrembato, laggiù sulla linea della Palmaria. Fra poco s’accenderanno nel golfo le prime lampare.

Intorno, a distesa d’occhio, l’iniquità degli oggetti persiste intangibile.

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