Il rogo dei libri e le parole vive

Il teatro dell’eccesso: cinque spettacoli di Giuseppe Manfridi

(Accennando alla cassetta) La mia biblioteca (Apre e vi immerge una mano, la ritira fuori con le dita grige di cenere). E questo è uno dei miei libri. Bruciati. Tutti. C’è stato un giorno in cui ho smesso di comprarne. Poi, come ho finito di leggere l’ultimo, ho chiamato Fangio, gli ho detto come fare, e ci ha pensato lui  […] Che ci sarà qui? Un verso? Una frase mozza? Un aforisma sulla difficoltà di vivere? Qualsiasi cosa essa sia, io la conosco. Un bel dì mi sono trovato in mezzo a tutti questi dossi terribilmente muti e mi sono sembrati, sapete cosa? Mattoni. Solo dei poveri, miserabili mattoni. Allora ho capito una piccola ma fondamentale verità che i libri è più importanti averli che averli letti. Solo così, mescolando il conosciuto all’ignoto, ci si può vantare di una biblioteca viva, altrimenti non ne vale la pena. Roba morta. Senza nervi né sangue – L’abbiamo fatto di notte. Tutta una notte c’è voluto. L’ho visto anche piangere  mentre li accatastava tra le fiamme. Non finivano più.

La cena di Giuseppe Manfridi è un testo bellissimo, trascinante e profondo, amaro e ironico, esilarante e tremendamente serio sul valore dei rapporti umani quanto sul valore (culturale-esistenziale) delle parole che li esprimono. Nella secchezza dei dialoghi, che mai viene meno, Manfridi nasconde veri e propri versi, emblemi lapidari di uno stile di vita, ora crudo ora dolcissimo, sempre autentico, più autentico, dove il gioco non è mai fine a se stesso. Come questo brano sui libri, in una commedia tesissima, con vari colpi di scena, in un confronto da Padre e Figlia che coinvolge altre due persone. Mi sembra Manfridi tra i pochissimi, se non l’unico, con questa capacità drammaturgica di far salire e scendere e impennare la tensione, a coniugare questi fattori (e parlo non solo per il teatro, ma per il mondo del racconto in genere). La rappresentazione della Cena, al teatro Colosseo di Roma gremito di giovani, ha aperto la rassegna Il teatro dell’eccesso, 5 testi di Manfridi con la regia del bravissimo Claudio Boccaccini. La coppia lavora insieme ormai da 23 anni, con grandi successi, tra cui, non perdetelo con Silvia Brogi strepitosa, il monologo La supplente, il 2 e 3 febbraio. Ecco il programma completo, ma andate a vedere il sito di Giuseppe Manfridi.it ricchissimo!

COLOSSEO   NUOVO   TEATRO
Roma – via Capo d’Africa 29/a  –  tel. 06 700 49 32 / 339 12 92 643

dal 15  GENNAIO al 24  FEBBRAIO 2013

Prende  il   via   martedì   15  gennaio IL TEATRO DELL’ECCESSO,

rassegna monografica dedicata alla  scrittura del  drammaturgo  contemporaneo

Giuseppe Manfridi ed alla sua storica collaborazione con il regista Claudio Boccaccini.

La rassegna consente di esplorare l’opera dell’autore attraverso l’allestimento di cinque

diverse opere teatrali, tre commedie e due monologhi, tutte dirette da Boccaccini.

Debutta LA CENA, con Antonio Conte, cui seguiranno nell’arco di sei settimane:

IL MAESTRO, GIOCO AL BUIO, IL FAZZOLETTO DI DOSTOEVSKIJ, LA SUPPLENTE.

Le cinque opere proposte – due totalmente inedite – sono accomunate dalla natura noir
che le permea sino ad assumere i caratteri del vero e proprio
thriller.
Per lo più, la notte impera. Tenebre rigate di rosso, rese inquiete da azzardi letali,
da
scommesse che ci si trova ad affrontare quasi a propria insaputa, da intrecci erotici di

cui è facile perdere il controllo.
Il lampeggiare di comicità brucianti e inattese comprova che
E’ IN PIENA SUSPENSE CHE LA RISATA HA UN SENSO!

Dettagli, prezzi e promozioni al sito www.ilteatrodelleccesso.it

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