Notizie dalla scuola:attuale considerato il nuovo impegno delle università nella formazione degli insegnanti in un progetto partito quest’anno (TFA) tra due mondi che poco, finora, hanno dialogato.

L’imprevisto è il sale di ogni viaggio: lo complica, ma lo rende irripetibile


La scorsa settimana ho iniziato la poesia in seconda (domani dovrò raccontarle bene) e, per la domanda di un ragazzo, abbiamo letto Specchio di Quasimodo. Tra gli esercizi per casa per oggi, c’era la domanda: “Perché il poeta dice ‘e tutto mi sa di miracolo'”?. Le copio la risposta di una di loro:“Perché vive la realtà in un modo diverso, come se tutto, anche la cosa più banale gli suscitasse stupore e gli lasciasse un segno profondo nella sua vita, che gli rimarrà per sempre impresso.”Sono rimasta senza parole quando l’ha letta e ho pensato: a che incredibile momento sto assistendo! Il momento in cui un’anima prende coscienza che al cuore della poesia c’è questo stupore, questo lasciarsi penetrare dalle cose e che il miracolo della vita è questo veder sorgere continuamente le cose; le cose, che potevano non essere, invece ci sono! (da una mail di Daniela Iuppa, parla di un allievo di seconda media)

In fondo la scuola di adesso, che pedina omogeneità e standard, e il viaggiatore previdente, hanno in comune la gran paura dell’imprevisto, per quel tanto di misterioso che nessuno è in grado di anticipare o di individuare. Ma l’imprevisto è il sale di ogni viaggio: lo complica, ma proprio per questo lo rende irripetibile (Sandro Onofri, Registro di classe, Einaudi)

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