Confinato in una sedia a rotelle, avvolto in un plaid, – e lì vicino, schiacciati in due bidoni della spazzatura, vivi, ci sono i vecchi genitori, – il cieco Hamm sogna di poter fuggire oltre quelle finestre, verso l’azurro aperto del cielo, e il mare immenso: “Andiamocene tutti e due, verso il sud! Sul mare! “ dice a Clov, servo e compagno nella terribilità del presente. “Tu costruirai una zattera. Le correnti ci porteranno, lontano, verso altri mammiferi!”. “Tocca ferro” risponde Clov. E lui “Solo! M’imbarcherò solo! Preparami questa zattera immediatamente. Domani sarò già lontano”.
Azzurro, celeste, fuga: verso una gioia che è impossibile perfino immaginare, perciò l’orizzonte splende disperato. Anzi a contatto della soavità del desiderio, la disperazione sembra tanto più dura, acuminata e fredda, le cose sono quelle che sono, – le finestre piccole altissime, la sedia a rotelle, i bidoni dell’immondizia, il fischietto appeso al collo di Hamm, la vestaglia di Hamm, la papalina di Hamm, i biscotti per papà, che è nella pattumiera. Netto il contorno degli oggetti presenti: ma il Laggiù salvifico: il sud, il mare, si riesce a figurarselo sono per adombramenti. (Enrico Guaraldo, In cerca del Mattino, Milano, FRanco Angeli, 2004),
Enrico Guaraldo, In cerca del Mattino: oltre la finestra l’azzurro, o la sua ombra. Il desiderio
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