Enrico Guaraldo, In cerca del Mattino: oltre la finestra l’azzurro, o la sua ombra. Il desiderio

In Finale di partita di Beckett, le due finestrelle in alto, nella stanza, molto alte da terra, raggiungibili solo con la scala (per di più le tendine sono tirate), dicono che oltre la stanza, colma di fonda disperazione, Dio non c’è? … O che se esiste, comunque, è inaccessibile?

Confinato in una sedia a rotelle, avvolto in un plaid, – e lì vicino, schiacciati in due bidoni della spazzatura, vivi, ci sono i vecchi genitori, – il cieco Hamm sogna di poter fuggire oltre quelle finestre, verso l’azurro aperto del cielo, e il mare immenso: “Andiamocene tutti e due, verso il sud! Sul mare! “ dice a Clov, servo e compagno nella terribilità del presente. “Tu costruirai una zattera. Le correnti ci porteranno, lontano, verso altri mammiferi!”. “Tocca ferro” risponde Clov. E lui “Solo! M’imbarcherò solo! Preparami questa zattera immediatamente. Domani sarò già lontano”.

Azzurro, celeste, fuga: verso una gioia che è impossibile perfino immaginare, perciò l’orizzonte splende disperato. Anzi a contatto della soavità del desiderio, la disperazione sembra tanto più dura, acuminata e fredda, le cose sono quelle che sono, – le finestre piccole altissime, la sedia a rotelle, i bidoni dell’immondizia, il fischietto appeso al collo di Hamm, la vestaglia di Hamm, la papalina di Hamm, i biscotti per papà, che è nella pattumiera. Netto il contorno degli oggetti presenti: ma il Laggiù salvifico: il sud, il mare, si riesce a figurarselo sono per adombramenti. (Enrico Guaraldo, In cerca del Mattino, Milano, FRanco Angeli, 2004),

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