Bellissimo il libro di Eraldo Affinati,Elogio del ripetente, scrittore insegnante, e fondatore a Roma, quartiere San Saba, della scuola di italiano per studenti stranieri Penny Whirton, basato solo sul volontariato e sulla “regola” del tu per tu con i ragazzi. Non parole, ma il racconto di una avventura, di una espiìerienza, di volti veri, di passione.

“Così il ripetente si trasforma in volontario”. Nuovo inizio per la scuola: l’esperienza di Eraldo Affinati

“Mi giocai la partita in un colpo solo. O la va o la spacca. Ti chiesi se avevi voglia di venire insieme a me, il martedì pomeriggio, a insegnare la lingua italiana ai ragazzi stranieri. Una cosa da pazzi proporlo a te”.

Dicesti che l’indomani mi avresti dato la risposta. Sei stato di parola. In un anno sarai mancato due volte: una perchè dovevi andare dal dentista, l’altra in palestra. Così il ripetente si trasforma in volontario. E’ la stessa persona che era in procinto di ritirarsi anche dall’istituto professionale? Sì. E’ la stessa persona che entrava fumando in classe? Proprio lui. Quello che non aveva voglia nemmeno di aprire il quaderno? Esatto. Ciao, Giulio! (Eraldo Affinati, Elogio del ripetente, Mondadori, 2013)

Così Giulio è diventato uno degli insegnanti di italiano per i ragazzi immigrati, quasi tutti provenienti dai centri di prima accoglienza che riempiono la Penny Whirton. Affinati attualmente insegna la mattina alla Città dei ragazzi (altra istituzione per ragazzi emarginati, quasi tutti extracomunitari) e due pomeriggi a settimana segue la scuola d’italiano per stranieri. Leggete l’intervista di Marco Dotti a Affinati su Vita di settembre e su Vita.it
Ecco un altro passaggio di Elogio del ripetente, sul valore dell’insegnamento:

Alla fine dell’ora compresi di averli toccati. Non era stato il frutto di una mia competenza. No. Un altro avrebbe potuto agire in forma diversa e ugualmente efficace. L’importante, lo ripeto, è non barare.
In classe si realizzano rapporti umani potenzialmente incancellabili nella vita delle persone perché avvengono nella sfera radicale dell’a-tu-per-tu. Teniamoceli stretti, questi momenti, come gioielli preziosi: raramente torneranno dopo, quando sulla maggioranza di noi calerà la maschera del cinismo, che per pudore qualcuno definisce saggezza.
L’insegnante è lo specialista dell’avventura interiore. L’artigiano del tempo. Il mazziere della giovinezza.
Se ha fatto bene il proprio mestiere, i suoi allievi gli resteranno dentro. Li ricorderà sempre, uno per uno, simili a tamburini che in certe stagioni, hanno dettato il ritmo sulla grancassa della sua esistenza. E loro non potranno dimenticarsi di lui.

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