Oggi sono tre anni dalla scomparsa terrena di Don Giacomo. Ci (mi) manca, fisicamente. Leggere le sue parole, che sono carne di una esperienza, è sempre un conforto. E infatti, così si chiude il suo ultimo libro, La testimonianza di Gesù risorto, con quel sottotitolo luminoso (E’ solo nella gratitudine che si conosce veramente): “Le due cose per cui la dolcezza del Paradiso arriva fino a noi: il camminare, il rimanere nella Tradizione e il guardare, consideranti, i miracoli del Signore nel rendere buona la vita; la Tradizione e ciò che il Signore fa, l’operare della Grazia”. Ecco la dolcezza del Paradiso arriva, per lui, fino a noi, se rimaniamo consideranti.

E’ solo nella gratitudine che si conosce veramente

Aveva principalmente a cuore di comunicare la bellezza e la semplicità del cristianesimo

(dalla Nota di edizione redatta dalla Monache Agostiniane dell’Eremo di Lecceto (Siena) al libro di don Giacomo Tantardini La testimonianza di Gesù risorto. E’ solo nella gratitudine che si conosce veramente, Edizioni Monache Agostiniane, Lecceto, 2014.)

Ho tentato di esprimere quello che la chiesa dice sulla “bellezza e la misura della conoscenza”…. E’ stata una cosa bella l’attenzione e la simpatia con cui gli studenti – seminaristi francescani, suore e laici – hanno seguito il corso … Lo sguardo lieto e grato degli studenti, durante le ore del corso, e le parole di quella suora, sono, quindi, il motivo essenziale per cui ho accettato di pubblicare la trascrizione di una di quelle lezioni

(dall’introduzione di don Giacomo a La testimonianza di Gesù risorto. E’ solo nella gratitudine che si conosce veramente.)

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