la
scuola…deve porsi come primo
scopo…quello
di
suscitare
quei
sentimenti
che
gli
antichi
saggi
chiamavano
“3iloso3ia”
ovvero
amore
della
sapienza.
2)
…il
buon
insegnante
deve
conciliare
due
esigenze…
:
dare
agli
allievi
il
necessario
senso
di
sicurezza
dimostrando
la
propria
competenza…
e
dare
prova
di
saggezza
riconoscendo
i
propri
limiti,
il
proprio
dovere
di
studiare
sempre
per
accrescerla.
…non
è
buon
maestro
chi
ogni
giorno
non
impara
qualcosa
dai
propri
allievi,
non
presta
attenzione
alle
loro
domande,
non
considera
gli
errori
in
cui
gli
allievi
cadono
come
occasioni
per
correggere
i
difetti
e
le
lacune
del
proprio
insegnamento.
3)
se
i
compiti
didattici
richiedono
una
grande
saggezza,
una
saggezza
ancora
maggiore
è
richiesta
dalle
varie
forme
di
giudizio
…
come
gli
esami.
Da
una
parte,
infatti,
vi
è
il
dovere
di
non
deludere
il
legittimo
desiderio
dei
giovani
che
chiedono
implicitamente
o
esplicitamente
giustizia,
imparzialità,
obiettività,
chiarezza
delle
regole…
Dall’altra
vi
è
una
richiesta
altrettanto
legittima
di
comprensione,
di
umanità,
perché
anche
la
più
giusta
delle
leggi,
applicata
senza
umanità,
si
traduce
nella
più
grande
delle
ingiustizie.
Devo la citazione all’amico Vincenzo Nesi, Preside della Facoltà di Matematica, Fisica e Scienze alla Sapienza di Roma
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